Pazzesco, cronometrato il tempo di reazione. La parata di Reina contro la Roma, candidata dalla Gazzetta come la migliore dell’anno

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I l tempo di reazione stimato di un essere umano è stimato in circa 120 millisecondi: quanto passa tra uno stimolo principalmente visivo ­ la percezione dell’occhio a ciò che sta succedendo ­ e l’inizio della risposta motoria. In quei 120 millisecondi, il cervello elabora i dati e solo trascorso quel breve attimo riesce a far muovere i muscoli: i migliori centometristi, che su quel Reina-Mertensbattito di ciglia si giocano medaglie olimpiche e titoli mondiali, riescono a scattare circa 190 millisecondi dopo lo sparo dello start. Pepe Reina riesce a fargli concorrenza. Il lungo preambolo serve infatti a introdurre la strepitosa prodezza del portiere del Napoli nel recupero della partita contro la Roma, vinta proprio grazie alla parata dello spagnolo sul tiro di Perotti deviato da Koulibaly. È di Pepe la perla rosa della settimana, già candidata a migliore parata della stagione. Il gesto tecnico migliore della settimana, in realtà, non è un gesto tecnico. Nel senso che per una parata del genere la pulizia dell’intervento non è il primo requisito necessario, non ha bisogno di essere perfetta. Anzi, a volte la reazione più efficace è proprio quella meno composta (e comunque Reina riesce a esibirsi in una coordinazione spettacolare). L’allenamento dei portieri tende proprio alla capacità di diminuire il tempo di risposta motoria a uno stimolo improvviso. La deviazione di Koulibaly cambia la direzione alla conclusione di Perotti e costringe Pepe a una elaborazione intellettiva e muscolare complicatissima nel brevissimo attimo in cui il pallone traccia il percorso da metà area alla zona in cui si trova il portiere, appena un passo davanti alla linea di porta. Da un punto di vista muscolare, il primo movimento ­ verso sinistra ­ è esplosivo, poi Reina deve decelerare ma non completamente, per mantenere l’elasticità e accelerare nuovamente dalla parte opposta. Poi forza nel braccio che ferma il pallone e, perché no, la fortuna nell’aiuto del palo, con Pepe che poi ha l’ulteriore lucidità di mettere in angolo con i piedi.

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NON SOLO ISTINTO

Si fa presto a dire istinto. Non è solo quello. L’istinto è un talento, e come tutti i talenti va allenato. Detto che la componente reattiva è merito soprattutto della genetica, può comunque essere migliorato fino al 15 per cento. E quel 15 per cento, sabato pomeriggio, probabilmente ha fatto la differenza. La preparazione del portiere è forse l’ambito che più ha beneficiato di una evoluzione e di un ammodernamento. Oggi l’allenamento specifico si è arricchito di esercizi che permettono al portiere di accorciare il tempo di risposta allo stimolo. Pensiamo per esempio agli allenamento con palline e racchette da tennis ­ che vanno a una velocità superiore al pallone da calcio ­ o a quello, pure divertente da vedere, del pallone che schizza su un telo bagnato proprio davanti al portiere, assumendo velocità e traiettorie imprevedibili. Ecco, allenarsi così aiutano il sistema nervoso a inviare la risposta motoria più rapida. I 34 anni di Reina aiutano ancora di più, nel senso che conta anche l’esperienza: statisticamente, per diventare una risposta automatica un esercizio deve essere ripetuto almeno diecimila volte. Reina sarà sicuramente arrivato a tale cifra. E con un gesto solo riassume la «scientificità» di ore e ore di allenamento in un volo poetico.

Fonte: gasport

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