Marek Hamsik potrebbe riuscire a scavalcare anche se stesso. Perché per ritrovare un Marek migliore in fatto di gol, bisogna risalire a quello della stagione 2014-2015 (la seconda di Benitez): 13 marcature, come nel 2010-2011, ma con una quota piuttosto bassa in campionato. Avendone lì messi a segno solo 7, mentre ora è già arrivato a 10. Adesso lo slovacco cerca la porta con più insistenza e la trova sempre più spesso, come è successo con la tripletta di Bologna. E, dopo il Dall’Ara, ha colpito inesorabilmente anche al Bentegodi. L’Hamsik con un contratto sino al 2020, quello che adesso è sempre più insostituibile, che è sempre più bandiera azzurra, travolto da un decennio di passione sconfinata per tutto ciò che è napoletano, ha ritrovato altresì la leggerezza e spensieratezza delle prime stagioni. Quelle vissute peraltro da capocannoniere. Arrivandoci nel pieno della maturazione, con limiti ancora da definire e la spiccata sensazione che possa andare oltre se stesso. Con in più una convinzione non da poco: quella di lasciare un segno indelebile. E sempre più marcato.