Il gap tra il Napoli e il Real? E’ di 500 milioni, ma gli azzurri ci provano
Che la sfida fosse impari era chiaro sin dal sorteggio dello scorso dicembre. Tuttavia se il campo dice che tra il Real Madrid e il Napoli non c’è un abisso tecnico, nonostante il primo sia il campione d’Europa e del mondo uscente e il secondo non abbia mai superato gli ottavi di Champions, fuori dal campo le distanze si allungano, sino a diventare incolmabili in maniera irreversibile. Il Real Madrid è uno dei più importanti club al mondo (terzo in Europa alle spalle di Manchester United e Barcellona), il Napoli (trentesimo in classifica per la medesima «Football Money League» stilata dalla nota agenzia di revisione Deloitte) è un piccolo prodigio finanziario, perché mantiene i conti a posto, resta competitivo in Italia e in Europa pur non avendo introiti da top club. Basta guardare l’enorme differenza di fatturato tra i due club, un gap di quasi 500 milioni di euro che rende la sfida tra le due squadre quella con il maggiore squilibrio economico tra i duelli in programma negli ottavi di finale di Champions League. I Galatictos possono contare, dati del 2016 riportati da Il Sole 24 ore, su un giro d’affari pari a 620,1 milioni di euro. Il Napoli si ferma a 142 milioni, plusvalenze escluse. Una differenza pesante: del resto il sodalizio madrileno si fonda su una polisportiva con oltre 93mila soci e un futuro sempre più roseo, in virtù della ristrutturazione del Bernabeu e la cessione dei diritti di immagine su internet che porteranno nelle casse altre centinaia di milioni di euro (500) da fondi arabi e statunitensi. Un’altra dimensione rispetto al Napoli, senza stadio di proprietà e peraltro impigliato in normative burocratiche che rendono più difficile in Italia la costruzione o la ristrutturazione degli impianti sportivi. Il club di De Laurentiis è, del resto, è al quart’ultimo posto in quanto a fatturati tra le 16 squadre giunte agli ottavi di Champions. Meno del Napoli incassano solo Porto (76), Siviglia (88.5) e Monaco (118). Le distanze tra blancos e azzurri diminuiscono con riferimento al valore tecnico della rosa: secondo i dati del portale transfermarkt il Real arriva a quota 766,80 milioni di euro, con Cristiano Ronaldo che vale 100 milioni. Il Napoli è dietro di 442 milioni, con 324,75 e con Hamsik il più prezioso con la valutazione di 40 milioni. È quasi imbarazzante notare come nell’organico a disposizione di Zidane ci siano ben 10 calciatori, Ronaldo a parte, con un valore di oltre 30 milioni: dai 90 di Bale ai 60 di Kroos e Benzema, sino ai 50 di James Rodriguez o ai 45 di Modric e ai 40 di Ramos e Morata. Nel Napoli, sempre secondo il portale tedesco che è abbastanza moderato nelle valutazioni, ce n’è solo uno, Koulibaly (30 milioni), al di là del capitano, valutando Insigne (25), Callejon (23), Mertens e Milik (entrambi 20) sotto la soglia dei 30 milioni. Il colosso castigliano si distingue, per naturale conseguenza, anche per monte ingaggi: 250 milioni lordi, in cui spicca lo stipendio top per il Pallone d’oro Ronaldo, 21 milioni di euro. Non sono da meno i salari di Bale (19), Sergio Ramos e Kroos (10), Benzema e Rodriguez (8). Per arrivare all’ingaggio base di Hamsik, 3,5 milioni (a cui bisogna aggiungere i bonus), ovvero all’azzurro più pagato, bisogna considerare il decimo calciatore delle merengues, Pepe, che guadagna 3.8 milioni l’anno. Il Napoli si attesta sui 75 milioni di euro di monte ingaggi, in attesa di ratificare a bilancio gli importanti rinnovi di Koulibaly, Hysaj e Albiol e in vista di definire quelli di Mertens, Insigne e Ghoulam. E se Zidane beneficia di 5,5 milioni di euro di ingaggio, Sarri si ferma a 1,4. Gli azzurri superano il Real solo nel calciatore dal valore e dallo stipendio più basso: il terzo portiere, Yanez, vale 300mila euro e guadagna 500mila euro, poco meno, rispettivamente, di Maggio (valore 500mila euro) e Sepe (stipendio di 600mila euro). L’imponente differenza economica tra i club non darebbe scampo al Napoli. Il calcio è però bello soprattutto per questo: non sempre il più potente o il più ricco vince. E la banda di Sarri è pronta a provare a sovvertire anche l’impietosa gerarchia dei fatturati.
Fonte: Il Mattino