Una vagonata di milioni, ma Dries Mertens ha voluto rinunciare. Forse perchè per lui, il calcio è ancora emozione: «Io mi sono immaginato in mezzo ai cinesi, l’Asia è in cima alla lista dei miei pensieri, ma per conoscerla al di fuori del calcio. Ma ho fatto delle valutazioni sullo smog, sul cibo – che sarebbe stato un problema – su aspetti per nulla secondari». E per emozionarsi ancora, resta qua, perché è bello starsene a Palazzo donn’Anna, avvertire l’affetto di una città che gli è entrata dentro, sentirsi chiamare Ciro, come se fosse lo scugnizzo della porta a fianco. E pensare a Madrid, prepararsi a Madrid, come tutta Napoli. Una vigilia cominciata da un bel po’ e che ora esplode. Un esodo che comincerà da lunedì. E, per il Bernabeu, rieccoli, Hysaj e Callejon, che ieri sera non c’erano, per immaginarsi una formazione che sia la più prossima a quella reale. E’ un week-end atipico, stressante e accattivante, perché l’avverti questa febbre universale, che afferra alla gola, fa crescere l’ansia, scatena il pathos: partiranno da Ciampino e da Fiumicino, da Bologna e da Milano, da Capodichino e da Monaco di Baviera, dalla Svizzera e anche dalla Spagna e poi si ritroveranno a Madrid, perché – vada come vada – sarà lì la festa.