Il punto della situazione – di R. Muni: “Sette sfumature di azzurro”
A Bologna, gli azzurri erano chiamati a dare una risposta al mezzo passo falso casalingo contro il Palermo. La risposta c’è stata eccome ed è stata netta, inequivocabile ed esaltante. Gli azzurri, al Dall’Ara, sono andati oltre la propria storia ed i record della squadra, mettendo la palla alle spalle di Mirante sette volte e nessuno dei sette gol è stato banale, fortuito o scontato. Sette perle di rara bellezza, frutto di altrettante giocate di una perfezione disarmante. Sette come i colori dell’arcobaleno, bellissima e suggestiva immagine che ben rappresenta il capolavoro compiuto dai calciatori di Sarri. L’arco di iris che ha illuminato il cielo di Bologna, tuttavia, ha avuto un unico colore dominante, l’azzurro che in tutte le sue sfumature, sette appunto, ha emozionato i tifosi napoletani presenti sugli spalti e ovunque si trovassero sabato sera. Mentre i beceri tifosi di casa invocavano il Gigante Buono a sommergere Napoli di lava, capitan Hamsik e Mertens, con tre gol a testa e poi il napoletanissimo Insigne, sommergevano la squadra rossoblu sotto una valanga di reti. L’apice della supremazia napoletana è stato raggiunto a metà della ripresa quando i tantissimi tifosi azzurri accompagnavano con cori di olè ogni fraseggio degli uomini di Sarri. Era Bologna ma sembrava Napoli, era il Dall’Ara ma pareva di giocare al San Paolo. Si è detto, ancora una volta, che il Napoli gioca come alla play station, talmente sono precisi i passaggi che mandano in tilt le squadre avversarie e per lunghi tratti il pallone sembrava indirizzato con la modalità del passaggio assistito. A memoria, non ho ricordanza di due calciatori della stessa squadra segnare una tripletta nella stessa partita; sicuramente si tratta di un evento assai raro, destinato a rimanere negli almanacchi del pallone. Scatenato Dries Mertens, al di là dei tre gol segnati che lo proiettano in testa alla classifica dei bomber di serie A. Un paio di siparietti hanno strappato il sorriso ai tifosi del ciuccio in una delle serate più liete della propria storia. Dapprima, per rialzarsi dopo un fallo subito (…l’ennesimo…) finge di ricevere aiuto da un avversario, nonostante non ci fosse nessuno a dargli una mano per tirarsi su. Dopo il gol del definitivo 1 a 7, mima di dividere il pallone della partita, che spetta a coloro che segnano almeno tre gol, a metà con Hamsik. E proprio il nostro capitano, nella magia di quel sabato sera, segna la prima tripletta della sua carriera, portandosi ad appena sei gol dal D10S. Molto umilmente, Marekiaro a fine partita ha ammesso che, sebbene non sarà mai come Maradona, vorrebbe almeno segnare lo stesso numero di gol. Oh capitano mio capitano, sebbene sia irraggiungibile per chiunque, di sicuro Diego è orgoglioso di te e di quanto stai regalando alla gente di Napoli, la sua gente! Non poteva mancare la nota stonata che ha avuto un nome ed un cognome: Josè Callejón…incredibile ma vero! Prima il fallo di mano costato il rigore e pochi minuti dopo, il secondo giallo per un inutile fallo di reazione. Visto l’epilogo della serata non si può non perdonare il sempre impeccabile Callejón anche se rimane inspiegabile un tale gesto di stizza in un momento favorevole. Parando il rigore, anche Pepe Reina ha avuto l’occasione per lasciare la sua firma d’autore sulla vittoria di dimensioni bibliche. Chiosa finale sulle proteste di Donadoni a fine gara. Quando si subiscono sette gol non si può puntare il dito contro l’arbitro reo, a suo dire, di aver espulso, troppo frettolosamente, il bolognese Masina per fallo da ultimo uomo, riservando un trattamento diverso a Callejón solo ammonito per il mani in area. Due cose zittiscono la polemica: primo, il Bologna il rigore lo ha avuto e sprecato e secondo, dopo il fallo di Masina, Mertens ha fatto il terzo gol sulla punizione assegnata e sotto di tre reti, caro Donadoni, sarebbe stata impresa ardua rimontare anche in superiorità numerica. Quando si subisce una simile goleada, c’è solo una cosa da fare: chiedere scusa ai tifosi. Tuttavia, se Donadoni può essere compreso nello sfogo, chi si capisce meno è l’ex arbitro Bergonzi, oggi commentatore, che da ragione al tecnico dei felsinei. Ancora meno si riescono a comprendere le ragioni di coloro che hanno affidato il commento tecnico della moviola ad un arbitro invischiato nelle losche vicende di calciopoli. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni