Il polacco è felice: «Finalmente! Anch’io a Bologna Spero di dedicare un gol ai tifosi».

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Centodiciassette giorni nell’ombra, nel tormento, nel dolore e poi nella speranza: quattro mesi circa, aspettando di poter finalmente tornare ad essere se stesso: «Grazie a tutti i tifosi, per l’affetto ed il sostegno ricevuto nei momenti positivi ma anche in quelli negativi. Spero di potervi dedicare presto un gol e gioire con voi. Finalmente! Sono convocato per Bologna. Non vedo l’ora di tornare a campo e giocare». Bentornato Milik e glielo hanno urlato in italiano, in napoletano, ma anche in polacco: perché la felicità è di chiunque ne abbia colto la sofferenza iniziale e poi la caparbietà, da quando il dieci ottobre, uscendo dalla sala operatoria di Villa Stuart, e incrociando il professor Mariani, promise a se stesso di accelerare. «In cento giorni, vedremo». E se sono servite due settimane in più, prima di ritrovarsi «calciatore», è stato anche per legittima cautela, per non rovinare quella massa di lavoro che a Castel Volturno, con lo staff medico del Napoli, gli ha consentito di riemergere dall’anticamera del vuoto pneumatico, nel quale piombò. «Sono stato male, perché il calcio è tutto; poi ho cominciato a rendermi conto che bisogna reagire: ma ho pianto». 

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Fonte: CdS

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