L’importanza dei numeri, la loro attendibilità. La Uefa ci illustra le ragioni attraverso il calcolo di punti, gol fatti e gol subiti nell’ultimo lustro e mezzo vissuto in serie A. Manco a dirlo, in testa alla speciale graduatoria brilla la stella di Madame, con 502 punti raccolti a mani basse. Al secondo posto spicca il Napoli con 407 punti nello stesso periodo di 5 campionati e mezzo. Poi, via via, le altre. Anche da questo elemento statistico si evidenzia che la squadra azzurra sia l’unica realtà in grado di tenere testa alla Juventus. Pur essendo primatista con 95 punti di vantaggio, la Juve ha segnato meno del Napoli: 410 reti la Vecchia Signora, 414 il Napoli. E allora, perchè? Semplice, perché in Italia vince sempre e solo chi incassa meno gol. La Juventus ne ha subiti appena 127, a differenza del Napoli che di gol ne ha presi ben 105 in più. Subire di meno, quindi…La sconfitta della Roma a Genova avrebbe dovuto trasformare i calciatori di Sarri in un gruppo di combattenti, allora, come mai la difesa partenopea si è lasciata sorprendere così clamorosamente dopo una manciata di minuti dal fischio d’inizio del signor Celi? Un paio di ragioni ci ronzano nella testa. A cominciare dall’esigenza chiesta quotidianamente da Sarri ai suoi difensori, di seguire il movimento della palla e non del calciatore avversario. Poi, la concentrazione, spesso carente quando c’è da affrontare una formazione di rango inferiore. Altrimenti non sarebbe spiegabile…Però a tutto c’è rimedio o, forse, ci sarebbe. Basterebbe cominciare a pensare che la “buona stampa” sulla qualità del gioco espresso, comporta una larga conoscenza sui movimenti del Napoli. Con la conseguenza di un lavoro concettuale che i tecnici effettuano sui loro calciatori, quando c’è da affrontare il Napoli. E’ un’idea, nulla in contrario alle scelte di Sarri: ma cambiare formazione e modulo durante l’intervallo, qualche volta no…? E’ un suggerimento nato dalle strategie e dai numeri, tanto odiati ai tempi della scuola ma che non sbagliano mai.