Avellino, Ardemagni ringrazia Novellino
Quando incontra il Brescia vede rosso. E Matteo Ardemagni, come un toro infuriato nell’arena, piazza incornate che fanno male, molto male. Erano state nove finora contro i lombardi. Importantissime le due incornate che hanno regalato all’Avellino una vittoria che vale oro. Oro a diciotto carati per un girone di ritorno che deve portare la squadra irpina in acque molto più tranquille. Obiettivo alla portata di una società che si è già mossa sul mercato e continuerà a muoversi. Vedi in primis l’arrivo possibile, anzi più che probabile, di Evacuo: «E allora – scherza Ardemagni sul suo conto perennemente in sospeso con i lombardi – facciamo in modo di disputare tutte le prossime partite contro il Brescia».
Ma saranno altre squadre a piangere se la condizione dell’attaccante rimarrà su questi livelli: «Oggi (ieri, ndc) stavo molto bene – spiega Ardemagni – dal punto di vista fisico. Le gambe giravano come devono girare. E’ ovvio che nel corso di una stagione si può incappare in periodi nei quali si sta bene e in altri in cui si sta peggio. E’ stato molto utile il lavoro di Verde. Utili i suoi lanci in profondità. Posso dire di essere stato bravo, ma sono stati davvero bravi anche i compagni».
Non proprio la solitudine del centravanti, perché Verde si è dimostrato una spalla intelligente e importante, ma se, come sembra quasi certo, dovesse arrivare Evacuo? «Ben venga – sostiene Ardemagni – chiunque possa darci una mano. E la concorrenza non mi fa certamente paura visto che ci sono abituato».
Ma non c’è solamente la crescita di Ardemagni, tutto l’Avellino, e già lo si era visto a Latina, sta crescendo: «Vero – conferma il bomber – Anche la partita di Latina ha mostrato una squadra più consapevole dei suoi mezzi. L’arrivo di Novellino ci ha regalato una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Una consapevolezza che prima non c’era. E avevamo preparato al meglio una partita che non era facile».
E Camplone, che lo voleva a Cesena, dovrà rassegnarsi: «Mi è stato detto – ammette Ardemagni – qualcosa del genere. Niente di concreto e io sto benissimo ad Avellino».
piedi per terra. Intanto Novellino, che ha qualche primavera sulle spalle, un mucchio di esperienza, la grinta di un ventenne e la saggezza di un allenatore che ne ha viste di tutti i colori, sta molto attento a spegnare il fuoco dell’inopportuno entusiasmo. E in certi casi anche l’inglese fa comodo. «Andiamoci piano – ammonisce il tecnico dell’Avellino – anzi slowly. Non era facile affrontare il Brescia e siamo stati bravi nel corso di tutta la partita. I ragazzi, e lo stanno facendo, al di là di lavorare sodo, devono capire cosa significa giocare per una squadra come l’Avellino. Devono sempre mostrare entusiasmo di giocare in questa realtà». Ancora migliorabile se il mercato porterà altre novità: «Di queste cose – frena Novellino – non parlo. Sarebbe sciocco sminuire quello che i ragazzi, questi ragazzi stanno facendo. Ma adesso, felici ovviamente per la vittoria, è il momento giusto di stare con i piedi ancora più saldi a terra».
gli avversari. A terra è tornato il Brescia per la prima volta in campionato battuto al “Rigamonti”, fino alla sfida con l’Avellino un fortino inespugnabile. Primo successo fuori casa invece per la squadra irpina: «Non siamo partiti – riconosce Brocchi – con la solita veemenza che ha sempre contraddistinto la squadra soprattutto nelle partite in casa. Il gol dell’Avellino è arrivato su un nostro errore e in dieci era davvero molto difficile conquistare il pareggio».Corriere dello Sport