Auriemma: “De Laurentiis, Sarri e Giuntoli, toglieteci tutti ma non loro tre”
L’editoriale di Auriemma sul Corriere dello Sport
“Lo slogan è stato saccheggiato brutalmente dalla pubblicità di una marca di orologi per essere adattato ai veri protagonisti dell’attuale risorgimento partenopeo: De Laurentiis, Giuntoli e Sarri. “Toglietemi tutto” vuol dire che ora c’è un’organizzazione tecnico-societaria tale da permettere al Napoli di essere competitivo pur di assenza di quelli che vengono considerati elementi-chiave o apparentemente insostituibili. A cominciare da Higuain e la sua voglia di vincere, prima che l’anagrafe lo condanni: quell’addio lasciò di stucco e gettò nel panico i milioni di fan che confidavano nel Pipita per arrivare al terzo scudetto. Invece Milik alimentò nuove certezze che si ruppero insieme al ginocchio sinistro del polacco. Qualche partita balbettante per riprendersi dallo shock ed ecco che Mertens indossa come d’incanto il mantello del supereroe per mettere in salvo l’umanità di fede azzurra. E’ un processo di crescita silenzioso e furbo, voluto dal presidente De Laurentiis, che ha affidato al ds Giuntoli e al coach Sarri il compito di reclutare e assemblare i pezzi che lui stesso ha voluto a fronte di un investimento da circa 115 milioni, Pavoletti incluso. E oggi il Napoli si ritrova in un circuito economicamente e sportivamente virtuoso. La squadra è agli ottavi di Champions dove sfiderà i detentori del Real Madrid ed è terza in classifica in serie A, nonostante abbia solo 3 punti in meno rispetto al giro di boa dello scorso anno, attraversato con il titolo di campione d’inverno sotto il braccio. Soltanto terzi perché la Roma (+7) e la Juventus (+6 ma potrebbe essere +9 recuperando la gara contro il Crotone) si sono nettamente migliorate da un anno all’altro, puntando sui rispettivi organici ricchi di esperienza anche se un po’ logori. Non così per il Napoli che può vantare un gruppo giovanissimo, già competitivo e potenzialmente vincente nel futuro prossimo. Sarri sta lavorando con 13 calciatori che non superano i 26 anni di età e più precisamente: Tonelli (classe 1990), Koulibaly, Maksimovic, Ghoulam, Jorginho, Allan, Insigne e Gabbiadini (tutti del 1991), Hysaj, Zielinski e Milik (1994), Rog (classe 1995), con Diawara il più giovane della compagnia (1997). E’ una base sufficiente per pensare di diventare i migliori in serie A nel giro di pochi mesi, aggiungendo agli stessi “magnifici 13” anche tre elementi, non ultratrentenni, come Callejon, Hamsik e Pavoletti che possono garantire ancora numerose presenze con la maglia del Napoli. E se due o tre di questi giovanotti dovessero scegliere altre destinazioni, la squadra scout di Giuntoli ha cartucce a sufficienza da sparare per colpire il bersaglio di altri enfant prodige che scalpitano nell’attesa di esplodere in una grande squadra come il Napoli. Tutto ciò è possibile perché ora l’organico azzurro è realmente competitivo, con più di un’alternativa per ruolo, tutti elementi cresciuti con il lavoro di Sarri e che adesso possono davvero mettere in difficoltà l’allenatore per la scelta degli undici titolari. Nella difesa schierata contro la Sampdoria mancavano tre “titolarissimi” come Albiol, Koulibaly e Ghoulam, ma chi se n’è accorto? A Chiriches, ormai diventato certezza, si sono aggiunti Tonelli e Strinic, troppo spesso sottovalutati e mai sufficientemente apprezzati per una dote rara nei calciatori professionisti: saper aspettare il momento giusto. E allora “toglietemi tutto, ma non loro tre”, perché solo con la collaborazione stretta tra De Laurentiis, Giuntoli e Sarri, l’affiatamento costante e la disputa frequente, la professionalità nei loro rispettivi campi e la capacità di trovare sempre il sostituto giusto per quelli che decidono di cambiare aria, il Napoli sarà un modello gestionale ed una squadra invidiata (magari un po’ temuta) dall’Europa tutta“.