Il bambino Dries Mertens…Lui che un po’ Peter Pan lo è ancora, non voleva saperne di libri e scuola e sognava dietro ad un pallone…Giocava in strada, proprio come i ragazzini napoletani, sarà per questo che a Napoli si sente a casa. Lo dice lui stesso ai microfoni de Il Mattino:
Per chi tifava da bambino? «Mai avuto una squadra del cuore. Io giocavo a calcio, pensavo a fare solo quello. Non lo guardavo, ero sempre in strada a calciare un pallone per la disperazione della mia mamma che era una professoressa universitaria e voleva che io studiassi. D’altronde la mia città, Lovanio, come è chiamata in Italia, è una importante città universitaria. Ma non ero fatto per i libri».
Una specie di scugnizzo belga? «Ero sempre fuori, per le strade, in piazza. Dove c’ero un pallone, c’ero io. Anche mio padre insegnava e non è che facessero i salti di gioia quando mi vedevano calciare in strada. Ma alla fine hanno accettato la mia decisione: mi hanno visto felice e sono stati felici anche loro».
Il suo idolo da piccino? «Mi credete se vi dico che non ne ho mai avuto uno?».
E quelli che hanno come idolo lei? «Ah, in questo caso fanno bene. Magari se mi hanno preso al fantacalcio hanno avuto anche una bella botta di fortuna quest’anno».