Eleganza lieve, intelligenza tattica, lettura di traiettorie e movimenti, capacità di spaccare le partite e dare una scossa. Piotr Zielinski, 22 anni, 97 presenze e 7 gol in Serie A con Udinese, Empoli e Napoli. Il “rivoluzionario” silenzioso che ha messo (immediatamente) tutti d’accordo ed ha rivoltato le gerarchie in appena tre mesi. Diciassette milioni di euro per strapparlo all’Udinese, dopo due mesi circa di corteggiamento vibrante, trattativa chiusa in fretta, tra De Laurentiis e Pozzo, amici da sempre, ma firma post-datata per la necessità del centrocampista di riflettere. Il polacco era, in teoria, l’alternativa di Hamsik ed è invece diventato la controfigura di Allan; era, nell’immaginario collettivo, un trequartista da completare nella sua evoluzione mezzala, è divenuto un mediano che fa le due fasi, contribuisce alla copertura e poi si trasforma in incursore; era, si sospettava, un panchinaro, e invece è diventato il principale, anzi l’unico, antagonista del brasiliano. Zielinski ha conquistato Napoli ed anche l’universo critico e degli opionionisti: el pampa Sosa, non ha avuto freni inibitori nel confessare la propria ammirazione per un giocatore che ruba la scena: «E’ facile parlare sempre degli stessi, che ormai da anni si sono affermati. Il vero colpo del mercato scorso è invece Zielinski, un fenomeno, un calciatore che sa giocare in ogni ruolo e che sa fare tante e varie cose. Uno che potrebbe giocare nel Real Madrid» (C.d.S)
