Dopo la cinquina rifilata al Cagliari. «Non lodiamoci troppo, è fondamentale restare con i piedi per terra». Umiltà è la parola d’ordine di Aurelio De Laurentiis, che ieri ha presentato alla stampa il suo ultimo film in uscita a Natale. Il Napoli gli ha restituito il sorriso. «È la solita storia, troppi complimenti quando si va bene, critiche eccessive se qualche volta si inciampa. Non abbiamo attraversato un periodo fortunato, non dimentichiamoci però del ko di Milik e degli altri infortuni. Vedo che Sarri ha ripreso in mano il controllo della situazione con grande autorità e facendo giocare alla squadra un calcio fantastico».
Passato e presente «Mi tengo stretti Sarri e il mio Napoli. Quando una formazione gioca per un solo calciatore diventa limitante perché uno come il Pipita condiziona il gruppo e limita la crescita degli altri. Davanti al nostro allenatore bisogna togliersi il cappello per il lavoro svolto finora: ha trasformato Mertens in un attaccante fantastico».
Il futuro è il Torino che arriva al San Paolo e soprattutto il sorteggio di Champions che porta in dote nientemeno che il Real Madrid. «Calma, una cosa alla volta. Pensiamo ora al Torino e alla Fiorentina prima di goderci il riposo natalizio. Il Real arriverà tra due mesi. Prima ci sarà da soffrire con il Torino».
La formazione di Mihajlovic ha perso il derby giocando però bene. «I granata non sono male, c’è la mano del tecnico e si vede, oltre alla regia di una gestione societaria sana e oculata».
E con Belotti che fa sempre gol. «È forte. Avete visto come è stato blindato il bomber? Cairo con la clausola da cento milioni ha dimostrato di aver imparato presto e bene in materia di contratti, lo ammiro. Domenica mi aspetto e spero di vedere il Napoli di queste ultime settimane. Ho dato un’occhiata alle statistiche, non sarei così pessimista: rispetto a dodici mesi fa, abbiamo un punto in meno in classifica ma quattro gol in più. Senza Higuain e con Milik fermo da due mesi».
Allora testa e tasca all’imminente sessione invernale di compravendita. «Ci serve soltanto una prima punta tradizionale e basta. E la compreremo. Pazienza per Koulibaly e Ghoulam che andranno a giocare la coppa d’Africa, in quei ruoli siamo coperti, non facciamo scherzi. Altrimenti perché avrei speso fior di quattrini per acquistare Maksimovic?».
Anche perché la filosofia di Sarri è nota. «Appunto. Abbiamo sotto gli occhi l’esempio di Rog. Per entrare negli schemi del nostro tecnico occorrono dai due ai tre mesi. Che faccio? Prendo altri giocatori per poi utilizzarli appena per qualche partita? Non scherziamo, sarebbe un autogol. Prendo il centravanti e stop».
(Il Mattino)