Scampia: ora diventa una realtà il mega centro sportivo

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Allenarsi per la legalità è una frase che il Clan Maddaloni porta stampata sulle spalle. Un peso, una responsabilità, un sogno. A Scampia, quartiere difficile nella periferia di Napoli, Gianni ogni giorno continua a mettere insieme nella stessa palestra ragazzi figli di poliziotti e di detenuti, ex scugnizzi e talenti del judo. Solo che oggi quella saletta non basta più e la rinascita potrà contare su un nuovo spazio: i 90.000 mq dell’ex caserma Boscariello, che sorgeranno grazie al protocollo d’intesa firmato ieri a Roma tra i ministeri della Difesa e dell’Interno, il Coni e l’Agenzia del Demanio. Un gioco di squadra per un unico obiettivo: il futuro. Maddaloni lo chiama «un risveglio delle coscienze». aree verdi per socializzare. Vicino, il compendio da 76.000 mq che diventerà il nuovo Polo della Polizia, in cui saranno ricollocati uffici e reparti presenti in città. Un progetto reso possibile grazie a 3,5 milioni di euro di risorse ricavate dal Fondo “Sport e Periferie” della Presidenza del Consiglio.  

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Motore di questa rinascita proprio lui, Gianni. Maestro di judo e padre di Giuseppe, medaglia d’oro olimpica a Sydney 2000. «Il giorno che è venuto nel mio ufficio – ha raccontato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti – mi ha raccontato che allenarsi alla legalità era il suo grande sogno. Oggi finalmente ci siamo e questo è un risultato che attendevamo da tempo. Fatemi dire che in questa squadra la Difesa gioca all’attacco». E alla fine a Scampia resteranno «più sicurezza, risparmio e un simbolo: un luogo di sport e di educazione alla vita», ha aggiunto il titolare del Viminale, Angelino Alfano. Il progetto sarà curato dal Coni in collaborazione con i due dicasteri, per avviare i lavori già prima di Natale. «Quando siamo andati a Scampia a vedere quella vecchia caserma in disuso – ha ricordato il presidente del Coni Giovanni Malagò – il progetto sembrava una follia ma in realtà era un sogno lucido». Maddaloni non aveva mai perso le speranze. «Al primo posto sono stati messi i ragazzi e le periferie. E’ da qui che bisogna partire se vogliamo avere grandi città». 

Fonte: CdS

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