Sono passati circa quattro mesi, ma quanto accaduto tra Gonzalo Higuain ed il Napoli fa ancora discutere. Tifosi, calciatori e addetti ai lavori, ognuno ha la propria opinione in merito. L’ex azzurro, si sa, non è uno che parla molto, ed ha spesso evitato l’argomento. Adesso, però, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera, svariando tra più argomenti: lui stesso, la Juventus, i nuovi compagni di squadra, inevitabilmente il Napoli e la sua “estate difficile”: “Ho fatto più di 300 reti in carriera, non era una liberazione. Ma è stata un’estate dura. Mi hanno massacrato. Hanno detto che stavo male e tante altre cose. Poi sono entrato, ho segnato e per tutti ero in grande forma, questo a volte non lo capisco proprio”
Le critiche sul suo peso le danno fastidio? “No, ma se qualcuno ha dei dubbi può chiedere i dati fisici al preparatore, che è molto contento del mio lavoro”.
Pjanic dopo pochi giorni di Juve ha detto di aver «capito perché qui si vince sempre». Lei che ne pensa? “È vero. Da fuori dici sono forti, hanno fatto 25 vittorie di fila, eccetera. Poi arrivi qui e dici: cazzo”.
Ovvero? “Ci sono giocatori che hanno vinto tanto eppure ancora hanno questa fame di vincere ancora. È una cosa che ti contagia e ti dà la voglia di migliorare ancora. Vedere Buffon o Barzagli dare tutto per il calcio fa la differenza: è questa la mentalità che ti porta lontano”.
Col Napoli non ha esultato per il gol: perché? “Sono stato educato in un certo modo e avevo già deciso prima della partita di reagire così. Non vuol dire che non volevo vincere. Però sono un uomo che non dimentica quello che ha fatto e quello che ha ricevuto. E a Napoli mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto crescere. È stato un segno di ringraziamento alla squadra, all’allenatore, ai tifosi. Dopo la partita ho esultato con quelli della Juve, perché lo meritano anche loro per il rispetto e l’amore che mi stanno dando”.
Questa Juve può perdere lo scudetto? “Adesso dipende da noi vincere o perdere. Siamo primi con 4 punti. Se lo perdiamo, è perché abbiamo fatto male. È semplice”.