Il Corriere dello Sport ha intervistato il direttore sportivo del Benevento, Salvatore di Somma. Di Somma ha parlato di due obiettivi di mercato del Napoli ovvero Leonardo Pavoletti e Simone Zaza. I due attaccanti furono acquistati da Di Somma quando era dirigente della Juve Stabia.
«Non mi sorprende affatto che siano due nomi caldi per gennaio. Pavoletti e Zaza sono due attaccanti di qualità, già quando li presi il valore del calciatore si vedeva chiaramente. Potrebbero far comodo a grandi club e in particolare al Napoli…».
Pavoletti e Zaza sono adatti al gioco di Sarri? «Assolutamente. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra due giocatori simili, di grande fisicità, forti ma anche di qualità. Forse un po’ più di qualità nel caso di Pavoletti, ma sono due giocatori molto forti».
Pavoletti alla Juve Stabia nel 2010, Zaza l’anno dopo. Dove li aveva scovati, Di Somma? «Pavoletti a Pavia, in C2. Zaza lo avevo visto invece nella Primavera della Sampdoria. E mi erano piaciuti subito».
Di Pavoletti cosa le era piaciuto? «La fisicità, la destrezza nella gestione della palla, la ricerca del gol e il fatto che fosse fortissimo di testa».
E di Zaza? «Vale lo stesso discorso. E poi un grande sinistro, mi diede l’impressione di rivedere un Riva in miniatura, con quelle stesse caratteristiche: la forza fisica, il tiro. Mi colpirono molto le sue doti e infatti non mi sbagliavo, ha fatto una carriera importante».
Pavoletti ci ha messo più tempo ad arrivare in A. «Forse è così, Zaza dopo la Juve Stabia passò per il Viareggio e finì tra Juve e Sassuolo».
Ha pagato, Zaza, il passaggio dal Sassuolo alla Juve un anno fa? «Non era facile trovare spazio a Torino. Però lui è un attaccante così importante che se una squadra come il Napoli gli dà fiducia e lo fa giocare con continuità, beh può risolvere qualche problema…».
Sul piano emotivo paga ancora il rigore fallito agli Europei. Oggi Zaza pensa che sarebbe un fallimento personale lasciare la Premier League dopo pochi mesi… «Quel rigore lo sta pagando ancora, ne ha risentito molto: è un ragazzo timido e sensibile. Quell’errore è diventato una barzelletta e il giocatore è stato preso in giro da tanti. Sul fatto di tornare, io gli direi: fallo, senza pensarci. Se ti chiede una società come il Napoli, non sarà mai un fallimento lasciare l’Inghilterra».
Pavoletti deve cogliere l’occasione a gennaio o aspettare la prossima stagione? «Direi che è il momento giusto per lui per fare il grande salto di qualità. E deve farlo subito, a gennaio. Lui o Zaza di sicuro potranno risolvere il problema del gol in attesa del recupero di Milik».
Caratterialmente come li descriverebbe? «Due ragazzi da dieci in pagella. Seri, professionisti per bene, due giocatori per i quali metterei la mano sul fuoco. Sono straordinari e non avrebbero problemi ad adattarsi alla realtà di Napoli».
Di sicuro le loro storie sono un insegnamento: i bravi giocatori italiani ci sono in giro, basta andare a vedere un po’ di partite anche in B. «Non serve andare all’estero, infatti. Darei un consiglio agli operatori di mercato: girate un po’ di più in Italia, fate meno chilometri e spendete anche di meno. Come Lapadula, esploso l’anno scorso, nel torneo cadetto ci sono calciatori che potrebbero tranquillamente fare bella figura in Serie A».
Il Benevento i suoi gioielli li manda addirittura in Nazionale, infatti… «Fa piacere per la tifoseria, per la proprietà, per la città. Se il ct Ventura viene a prendere i giocatori per lo stage, e chiama Cragno e Ciciretti, non sbaglia».
Torniamo a Pavoletti e Zaza: 28 anni Leonardo, 25 Simone. Ora o mai più, giusto? «Sono nel pieno della maturità, li cerca un club prestigioso. E’ il momento di fare il grande salto, subito».
La Redazione