Quanti intrecci di mercato tra Napoli e Udine

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“UdiNapoli”. Sì, “suona” bene. E in fondo ci sta anche concettualmente: udire Napoli, sentirla dentro, portarsela dietro anche lassù in Friuli; geograficamente il nord vero, freddo, lontano nel modo di essere e di fare, e però riscaldato da quel sole che chi Allan 2lascia Napoli mette sempre in valigia. Zapata ci deve stare ancora qualche mese a Udine. Forse anche più, quasi un anno. Non lo mollano a gennaio. Non vogliono, non vorrebbero. Benché lui ci tornerebbe eccome al San Paolo. Per giocarci titolare, stavolta. Chissà. Adesso è no. E l’Udinese l’ha già urlato. Rimane lì fino a giugno, come da accordi. Due anni di prestito e un po’ di gol fatti. Che sarebbero stati di più se non si fosse fatto male. Ha fisicità e tecnica. Vede la porta. Centravanti vero: e farebbe comodo adesso. Già era grosso quando l’amico (e suo vice ai tempi dell’Inter) Pellegrini lo consiglió a Benitez, ora è anche cresciuto in personalità e consapevolezza. Sa di essere forte. Degli amici meglio fidarsi il giusto. Non di più. Lo sanno – e bene – sia Del Neri che Sarri. E’ così che va, da sempre. Storie di calcio e di vita, con quel po’ di veleno nei piedi tipico degli ex. Ce ne sono di qua e di là. E non solo in campo. Paolo Miano è nello staff tecnico bianconero. duvan zapata

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Andrea Carnevale

Ci è passato quasi trent’anni fa per Napoli. Era quello di Maradona. Quello di Andrea Carnevale: allora compagno di squadra e adesso suo dirigente. Anni indimenticabili, rapporti che non hanno maglia e che fanno dell’azzurro la tonalità dell’anima almeno (e ancora) due volte a campionato.
Andata e ritorno. Come ha fatto Pablo Armero. Avanti e indietro. Il colombiano allegro, scanzonato, un tipetto che fa spogliatoio. Arrivó a Napoli dall’Udinese e lì è tornato; facendo peró il giro lungo. Un anno e mezzo con Mazzarri in panchina. Esterno da 3-5-2. Pochi rimpianti. Ma ricordi. Altri tempi ormai. E ciascuno ha i suoi, per qualcuno recentissimi. Zielinski era contrattualmente dell’Udinese ancora qualche mese fa. Arrivò dalla Polonia che era un ragazzino: ruolo trequartista. Esile e dribblomane, con un piedino garbatissimo. Doveva crescere, però. E così, ecco due stagioni a Empoli in prestito. S’è fatto uomo e giocatore. E appena rientrato alla base, subito via di nuovo. Napoli, la destinazione naturale. Società amiche e Sarri che l’aveva tatticamente svezzato. Udinese: anche Allan da lì viene. È tutto un groviglio. Nemici amici: “UdiNapoli”.

Fonte: CdS

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