Ciciretti, assist, corsa e imprevedibilità. Parola di Di Costanzo. Anche Ventura è rimasto folgorato

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Amato Ciciretti, attaccante del Benevento, sta facendo parlare di sè. “Sorpreso” a cena in un ristorante di Napoli in compagnia del suo agente e di Cristiano Giutoli, ha scatenato la curiosità dei media. Si è tenuto subito a precisare che è stato un puro incontro casuale, ma non è un mistero per nessuno l’interessamento del ds del Napoli per il talento del Benevento. Ma non solo Giuntoli ha avuto fiuto su di lui, anche Ventura, il ct della Nazionale ha notato Ciciretti, e lo ha convocato per degli stage da fare a Coverciano nei prossimi mesi. Oggi Il Mattino riporta le parole di Nello Di Costanzo, il tecnico che ha visto crescere Amato Ciciretti: “E’ adesso che sta raggiungendo la piena maturazione – dice il tecnico – e se continua questo processo di crescita, la serie A mi sembra l’obiettivo minimo per lui».

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E Di Costanzo ne ha visti di giovani talenti destinati al grande calcio, da Bonaventura a Darmian che sono passati per le sue cure ai tempi del Padova. «Amato ha delle qualità tecniche sopraffine e sta migliorando tatticamente nella fase difensiva».

Pregi, ma anche difetti. «Come spesso accade è altalenante, mi ricorda un po’ l’Insigne dei primi tempi».

Adesso si parla di Ciciretti come possibile obiettivo di mercato del Napoli. «È un’ala che parte da destra e colpisce con il mancino, ma in passato ha fatto anche il trequartista ed il centrocampista centrale. Per il gioco di Sarri direi che è perfetto come esterno».

Sì ma non esattamente alla Callejon. «Lo spagnolo è un altro tipo di giocatore perché è uno che attacca lo spazio e va al cross con il destro, mentre Amato è più offensivo, più bravo nell’uno contro uno e può aumentare l’imprevedibilità del gioco della squadra».

Bravo in campo e fuori. «È un ragazzo molto serio, lo definirei quasi introverso, anche se per certi tratti è il classico scugnizzo romanaccio: rispettoso ed educato».

Tra le sue qualità anche quelle del calcio da fermo. «Tira molto bene le punizioni ed i calcio d’angolo, cosa che nell’economia di una squadra è molto influente».

La personalità, poi, non gli manca. «Quando lo allenavo io si faceva dare la palla e non aveva mai paura. E poi è un giocatore molto altruista: faceva e fa tutt’ora tanti assist».

Ecco perché nel Napoli potrebbe essere il profilo giusto: 22 anni ed un futuro tutto da scrivere. «La formula ideale per il trasferimento sarebbe quella di lasciarlo fino a fine stagione a Benevento dove si sta consacrando. L’anno scorso ha già fatto un ottimo campionato in Lega Pro, e se ha continuità a questi livelli potrebbe andare in ritiro con il Napoli a luglio. Perché sono sicuro che nel sistema di gioco di Sarri possa integrarsi alla grande”.

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