A. Tullio: “Italia/Germania, work in progress per entrambe”
I fischi che San Siro “regala” all’inno tedesco non sono cornice degna di un Italia- Germania che scrive la storia del calcio. San Siro illumina una notte spettacolare. A sfidarsi gli uomini di Ventura ed i tedeschi. Esperimenti di un divenire che sa di speranza generano idee e fraseggi che fanno di questa partita una gara piacevole colorata da un primo tempo a tinte tedesche ed una ripresa più azzurra. Zero a zero non fa torto a nessuno perchè Italia e Germania si dividono per un tempo ciascuno. Autorevole e con un buon possesso palla la Germania nel primo tempo brava a tenere palla , bravina a trovare i corridoi giusti ma deficitaria nel concretizzare al fronte di un’Italia disegnata con un 3-4-3 che sa di 5-2-3 con esterni troppo bassi ( leggi Zappacosta e Darmian) che appoggiano a tratti la trama azzurra. Poco si muovono le tre punte nel primo tempo e l’Italia perde facilmente le seconde palle perchè la difesa tedesche legge le trame e fa densità a metà campo. Una densità che non fa male e l’Italia controlla. Partita più coraggiosa nel secondo tempo, diverse sono le trame e si gioca venti metri piu alti. Germania in modalità rsparmio energetico ed Italia più attenta nei fraseggi e che cerca con un più puntualità il movimento finalmente efficace delle punte esterne. Alla fine è zero a zero.
Dal nostro inviato Alessandro Tullio