Roberto Fiore: «Il mio Napoli faceva 70mila abbonati, ci vuole un piano sport per i giovani napoletani»
Gli abbonati alle partite del suo Napoli, cinquantun anni fa, erano settantamila. Dieci volte in più di quelli che assistono alle gare degli azzurri di Sarri.
Fu il boom del 65, quando Roberto Fiore acquistò Altafini e Sivori. «Avrei potuto riempire tutto il San Paolo, che allora aveva una capienza da 82mila posti, però lasciai dodicimila biglietti in vendita. E, quando se li accaparravano i bagarini, la domenica facevo entrare tutti i tifosi rimasti fuori dai cancelli»
Ricorda l’ex presidente. Classe 1924, Fiore è stato anche il numero uno del Circolo Posillipo e di altri due club calcistici, Juve Stabia e Ischia. «Sono tornato recentemente allo stadio di Castellammare e sono stato sommerso dall’entusiasmo dei tifosi».
Al Napoli e a De Laurentiis è legatissimo. «Fui al fianco di Aurelio nel 1999, quando si fece avanti per rilevare la società».
Un progetto da 100 miliardi di lire, mai concretizzatosi in un’offerta al patron dell’epoca, Ferlaino. Allora, i tifosi delle curve erano schierati con il rampante produttore dei cinepanettoni: davanti ai locali del Circolo della stampa, in villa Comunale, esposero lo striscione «Liberaci dal male», riferito all’ingegnere che acquistò Maradona e vinse due scudetti. Fiore è rimasto colpito dalla proposta lanciata da De Laurentiis su uno stadio di lusso da 20mila posti. Dà un consiglio all’imprenditore, «a cui dissi che prendere il Napoli sarebbe stato un ottimo affare per lui che è un grande manager»: «Non bisogna ridurre la capienza del San Paolo, restino i 60mila spettatori: a 20mila di essi potrebbero essere riservate aree dove assistere alle partite bevendo magari champagne, mentre altri 40mila potrebbero continuare ad avere accesso nelle curve e nei distinti a prezzi stracciati, 5 o 10 euro, dato che per il club sarebbero sufficienti gli introiti delle tessere vip. I soldi incassati dalla vendita dei ticket per i settori più popolari potrebbero servire per sostenere lo sport nei quartieri disagiati della città, dove c’è la grande passione dei ragazzi ma non ci sono strutture. Sarei contento se il mio vecchio amico Aurelio ci pensasse: diventerebbe il presidente più generoso nella storia, attento ai conti del Napoli e agli interessi di Napoli».
Fonte: Il Mattino