Juve Stabia, il presidente Manniello svela il segreto delle Vespe

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Vietato soffrire di vertigini. La Juve Stabia ha consolidato il vertice del girone C allungando su Lecce, Foggia e Matera, lontane tre punti. Il primato è un risultato straordinario dopo dodici turni, inatteso vista la presenza di vere corazzate, ma i gialloblù hanno dimostrato finora di avere le carte in regola per il salto di categoria, grazie al lavoro estivo del patron Francesco Manniello, a caccia della seconda promozione in B da che è al timone del club.

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Avete cambiato tanto rispetto a un anno fa. Si aspettava un avvio simile?
«Ho sempre detto che il nostro organico non ha nulla da invidiare a nessuno. In particolare ero fiducioso sui giovani in rosa e, infatti, siamo l’unica squadra delle prime cinque a giocare con gli under che hanno alzato l’asticella. E’ come se avessimo ventuno over. Poi tre anni fa ho voluto Ripa, l’anno scorso l’ho pagato senza poterlo utilizzare e quest’anno l’ho trattenuto. Il giocatore sta ripagando la fiducia. Poi, abbiamo un grande allenatore».

Come mai la scelta è ricaduta su un quasi neofita come Gaetano Fontana?
«Credo che nella vita contino le motivazioni. Avevo seguito l’ingiustizia subita da Fontana e dai giocatori che all’epoca militavano nella Nocerina, così ho puntato sulla forte voglia di rivalsa del mister. Poi quando abbiamo parlato la prima volta ho capito che ha una cultura ed una psicologia oltre la media».

Ora siete primi in classifica. Quali gli errori da non commettere da qui in avanti?
«La squadra deve continuare a giocare con la massima tranquillità, senza pressioni e ragionando di partita in partita. Il gruppo ha acquisito autostima e fiducia nei propri mezzi, poi sta tornando il fattore “Menti”. L’allenatore è bravo a tenere tutti sulla corda, da questo punto di vista sono tranquillo. Vorrei soltanto, per una volta avere tutti a disposizione, mai accaduto finora».

In passato per Castellammare sono passati calciatori del calibro di Zaza, Pavoletti e Sau. Chi oggi potrebbe ripetere quelle gesta?
«Mastalli, Izzillo, Esposito e Liotti possono crescere molto, la Lega Pro a loro sta abbastanza stretta».

Prima ha citato Ripa, ma in attacco avete tante alternative.
«Del Sante, Montalto, Sandomenico, Kanoute, Lisi e Rosafio. Siamo messi bene».
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A questo punto si può parlare di obiettivi di fine stagione?
«Per essere realisti, per competere con Lecce e Foggia, le cui partite interne vengono seguite da ventimila spettatori, dobbiamo essere dieci volte più bravi di loro. Chiariamo, non è solo il pubblico a far vincere le gare, ma avere incassi importanti permette di investire di più sul mercato. Ma sono fiducioso: Castellammare pur non essendo un capoluogo di provincia ha vissuto tre anni di Serie B senza mai sfigurare».

Un messaggio ai tifosi?
«Se arriveranno a capire che la Juve Stabia non è di Manniello o di Fontana, ma della città, forse potremo raggiungere qualche traguardo prestigioso».

Corriere dello Sport

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