Repubblica: “Il Napoli ha preferito Milik ad Immobile che stasera darà un dispiacere”

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Stasera si sfidano Napoli e Lazio al San Paolo, la squadra ospite farà di tutto per conquistare i tre punti e allontanare il Napoli in classifica. Sul giornale la Repubblica Parolo rilascia alcune dichiarazioni in vista del match, In questo periodo, in cui Biglia era infortunato proprio  Parolo ha giocato fuori ruolo, si è sacrificato come mediano in silenzio, senza polemiche: “Mi ritengo un leader silenzioso, preferisco parlare in campo. Però nello spogliatoio serve anche chi alza la voce quando è necessario. Nella Lazio noi vecchi cerchiamo di insegnare gli atteggiamenti giusti ai giovani. Siamo in pochi: io, Lulic, Marchetti, Biglia, Radu, Ciro… Perché anche Immobile nei veterani? Quando fai parte di un gruppo vincente come quello degli Europei, impari in fretta e cambi mentalità. Capisci che il talento non basta se non sai sacrificarti, soffrire e aiutare i compagni”.  Sulla Nazionale aggiunge:” La Nazionale di Conte si basava su massima applicazione e ferocia agonistica, come la Juve che non molla mai. Certi concetti li ho imparati a 30 anni, li avessi capiti a 24 la mia carriera sarebbe stata diversa. Se con Ventura l’Italia è cambiata? No, la base è quella: se sai fare risultato soffrendo, come contro Spagna e Macedonia, sei una grande squadra. Sono persone diverse, Conte e Ventura, ma i principi di gioco sono simili. Poi il nuovo ct darà la sua impronta, com’è giusto”.  L’attenzione passa poi alla sfida contro il Napoli: “Abbiamo dimostrato la nostra mentalità nelle ultime tre partite: a Torino dopo il 2-2 ci siamo rovesciati di nuovo in avanti, contro il Sassuolo abbiamo saputo soffrire. Un risultato positivo a Napoli sarebbe un’ulteriore prova del nostro spessore. Immobile? A Napoli hanno  preferito il nome, anche se poi Milik è forte. Nessuno che si sia fatto delle domande sul perché di quei due anni deludenti di Ciro all’estero, magari esaminando il contesto. Brava la Lazio a crederci, è uno da 20 gol a campionato. Segna ogni partita, credo segnerà anche al Napoli: poi toccherà a noi non subire gol”. Se il tridente della Lazio è sottovalutato? “Meglio, così loro capiscono che devono ancora dimostrare tanto. Hanno un talento straordinario, ma serve continuità e sono migliorati molto in questo“. Parolo passa poi ad eloggiare il suo mister:” “Tre aggettivi per il mister? Coerente, aperto, ambizioso. Ha voglia di vincere e di emergere, ci trasmette questa energia. È uno vero in tutto quello che fa. Da applausi, poi, come ha gestito il caso Keita. Ora lui si è messo a disposizione del gruppo, ha capito che il talento non basta, senza spirito di sacrificio non vai da nessuna parte. Nel ritiro in Germania ci siamo dati delle regole, tutti devono rispettarle e remare nella stessa direzione: lì è nata la nuova Lazio. Se mi pesa non giocare la Champions? “Tanto, è il mio sogno. Ne ho realizzati molti, ho vissuto Europei e Mondiali, ma mi mancano la Champions, un trofeo e un gol in nazionale. Io nei tifosi vedo una grande voglia di tornare, me ne accorgo dai loro occhi di tigre quando esultano in trasferta: se continueremo a giocare con questo spirito, li convinceremo. Il laziale è particolare: preferisce vincere 2-1 soffrendo che 4-0 in scioltezza. Se farò l’allenatore in futuro ? Non credo proprio. Per me i calciatori che dopo 15-16 anni di ritiri e sacrifici si mettono ad allenare, continuando questa vita, sono un po’ matti. Ho aperto una scuola calcio a Varese, mi dedicherò ai bambini, cercherò di trasmettere i valori positivi dello sport. Però senza tante parole”

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Fonte: Lalaziosiamonoi

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