E’ la partita per definizione, le scaramucce sono d’obbligo. Figuriamoci se tra Napoli e Juventus c’è un ex come Gonzalo Higuain ed un addio che fa ancora male… A Torino caricano a pallettoni il loro nuovo idolo, prevedono i suoi gol, lui si auspica una doppietta, ma il presidente azzurro non ne sembra impressionato: «Non c’è invidia nelle parole del Pipita, lui ci teme, perciò dice così, piuttosto la considerazione che anche senza Milik siamo una squadra competitiva e pericolosa». Non lo incontrerà, perchè non sarà a Torino «Non ci vado perché andarci sarebbe una mancanza di rispetto verso i nostri tifosi. Resto solidale con i napoletani e rispetto le decisioni delle autorità costituite. Fino a quando non si riuscirà a gestire con intelligenza il rapporto calcio-tifo, non si andrà da nessuna parte. Con le restrizioni non si sono mai ottenuti risultati positivi. Il problema è che in Italia si rimanda sempre tutto, non si affronta e non si decide niente». Guardare al futuro è un modo per non concentrarsi soltanto sul match di domani sera. «Abbiamo una rosa competitiva composta da 27 calciatori, e ancora dobbiamo vedere all’opera due di questi elementi. C’è tanta strada da percorrere, il campionato non finirà a Torino». Il Napoli deve riprendere il discorso giusto, quello del bel gioco e delle ambizioni. «Al mio allenatore dico di restare tranquillo, di giocarsi la partita contro la Juventus come lui sa fare. Deve divertirsi lui e far divertire tifosi e giocatori, perché è così che un gruppo cresce e si perfeziona. Abbiamo potenzialità notevoli perchè la squadra è formata da giovani che resteranno con noi nei prossimi anni. Lasciamo agli altri profezie e pronostici, io dico sempre che i mozzi si contano alla fine. Ce la giocheremo a Torino e ce la giocheremo fino all’ultima giornata: a maggio vedremo dove saremo». Carezze a Higuain, a Sarri e pure al malcapitato Gabbiadini «Ma io ho preferito non multarlo, perché è stato sempre un esempio di correttezza e di professionalità. Ho grande fiducia in lui, se così non fosse lo avrei venduto visto che ho rifiutato offerte molto importanti (circa 30 milioni dall’Everton, ndr). Manolo gode della stima di dirigenti, tecnico e compagni. Contro il Crotone la partita s’è improvvisamente incattivita e lui ne ha fatto le spese. A volte bisogna trovarsi in certe situazioni per poter comprendere quel gesto: tutti possono reagire di fronte a un fallo così violento immaginarsi un ragazzo di vent’anni che viene colpito alle spalle. Il gesto resta deprecabile e criticabile, non giustifico Manolo ma posso capire cosa gli sia passato per la testa in quel momento». E per concludere, niente promesse di mercato: «A gennaio quello che è fatto, è fatto. Pensiamo a oggi». Cioè a domani. Testa solo alla Juve facendo finta di niente.(Il Mattino)
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