Reina, tanti errori ma va comunque perdonato

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Nove gol subiti nelle ultime quattro partite e riflettori  inevitabilmente puntati sulla difesa ballerina. Sarri, chiamato a  spiegare, si è soffermato sull’assenza di Albiol, deleteria per tutto il reparto e difatti, i numeri di cui sopra, sembrano dargli ragione. C’è  anche tanto altro, a cominciare dal portiere che un po’ di sicurezze le ha perse. La partita con il Besiktas ha certificato il momento no di Pepe Reina, responsabile sul gol che ha consegnato il successo ai turchi. La posizione di fuorigioco non ha scagionato il numero uno spagnolo, reo di non aver abbandonato i pali per abbrancare in presa alta un pallone di facile lettura. Un errore che ha fatto seguito all’indecisione palesata in occasione della seconda rete realizzata dagli avversari, denunciata al termine della partita dallo stesso numero uno azzurro: “Ho sbagliato, non dovevo muovermi prima”. L’autocritica spinge al perdono, almeno nel cuore dei tifosi, legatissimi al “capitano senza fascia”, leader emotivo di un gruppo che dovrà necessariamente ritrovarsi, a cominciare da Crotone. E gli esami, al netto dei sentimenti e della riconoscenza, riguarderanno anche Reina, non nuovo a clamorose topiche, lo scorso anno sporadiche, oggi piuttosto frequenti e dunque preoccupanti. Il gol del rossonero Niang, frutto di un diagonale non irresistibile, ha aperto una crepa mai più riparata ma trascurata perché non decisiva ai fini del risultato. Un discorso sospeso e riaperto con il Bologna: ancora una vittoria e ancora una esitazione, sul gran tiro di Verdi, sparato da distanza siderale. Conclusione centrale eppure imprendibile per Reina, poco lucido nella circostanza. Una scarsa reattività palesata anche con il Benfica (sul secondo gol di Salvio) e ribadita l’altro ieri, contro gli indomabili turchi. Fonte: Il Roma

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