ESCLUSIVA – Lena Lane: “Il Napoli è strettamente legato alla mia carriera artistica. Higuain? Ti piace vincere facile”
Il Napoli e la musica sono passioni che spesso vanno a braccetto nella vita di tutti i giorni. La passione per la squadra del cuore se poi si abbina alla canzone possono essere un mix vincente. E’ il caso di Valentina Capano, alias Lena Lane che attraverso ilnapolionline.com ha rilasciato un’intervista sulla sua carriera artistica e sul momento degli azzurri.
Il tuo è un nome d’arte? Se si potresti dire nome e cognome e come nasce la tua carriera artistica? “Sí, Lena Lane è il mio nome d’arte da quando ho iniziato a scrivere canzoni a 12 anni. Lane è l’anagramma, ma all’anagrafe sono Valentina Capano. La mia carriera è iniziata da molto piccola. A 8 anni cantavo già in un coro e giravo per i palazzetti, gli oratori e i teatri nel nord Italia. A 12 scrivevo già canzoni tra i banchi di scuola e a 18, dopo molti concorsi, borsa di studio in canto e recitazione, ho conosciuto il mio attuale manager, la persona che ha puntato tutto su di me“.
La tua ultima canzone “Un giorno all’improvviso” in spagnolo, si basa sul tuo grande amore per il Napoli? “Decisamente. Napoli è strettamente legata alla mia carriera artistica, la città in cui è iniziato tutto. A 18 anni durante il mio primo soggiorno a Napoli per un concorso ho conosciuto una persona che mi presentò Jo D’Ambrosio, il mio manager e produttore, di origine napoletana tra l’altro. Negli ultimi 4 anni sono stata a Napoli moltissime volte e mi sono affezionata alla città. Ho imparato a capire il dialetto, ho provato i piatti tipici e mi sono innamorata del Napoli. Così piano piano ho iniziato a seguire le partite di calcio e sono diventata una grandissima tifosa. La versione spagnola è in onore di Reina, Callejón e Albiol”.
Quante gare del Napoli hai seguito al San Paolo e in trasferta? “Purtroppo non riesco sempre a seguire il Napoli allo stadio per gli spostamenti però appena posso ci vado molto volentieri. Una delle ultime è stata quella con il Milan a San Siro l’anno scorso. Sono stata molto fortunata perché il Napoli fece una grandissima partita. Al San Paolo ho visto i preliminari di Champions (Napoli- Atlético Bilbao). Peccato solo per il pareggio perché la cornice dei tifosi fu fantastica. Il calore che trasmettono è impagabile”.
Il momento della squadra di Sarri è dipeso da un calo solo fisico? “Penso che dipenda dal calo fisico di alcuni calciatori: tra cui Jorginho, Callejón, Koulibaly, visto che giocato tutte le partite. Ha influito molto anche l’infortunio di Milik. Ha demoralizzato un po’ tutti, non solo Arek, ma anche i suoi compagni. Ritrovarsi da un momento all’altro senza un attaccante che nelle partite è decisivo è senza dubbio sconcertante. Questo incide sull’andamento di una squadra a mio modesto parere”.
Besiktas, Crotone ed Empoli, per invertire la rotta, aspettative da tifosa. “Spero ovviamente da tifosa in tre grandissime vittorie. La squadra ha bisogno di tirare fuori tutta la forza e la volontà di andare avanti e guadagnare i punti che merita persi per strada, prima di arrivare al big match con la Juve”.
In conclusione come hai preso l’addio di Higuain, tradimento o altro?“Un’amara delusione. Non ci credevo. Mi ero molto affezionata a Gonzalo. Ero convinta restasse, chiudesse la carriera a Napoli. Infondo Napoli gli ha donato tantissimo amore e l’ha elogiato come un re. I suoi compagni giocavano per lui, era evidente. Non sono cose da sottovalutare queste. Andarsene senza guardare in faccia nessuno è un atteggiamento che ti fa pensare alla malafede. Bastava spiegare i motivi, mettere immediatamente le cose in chiaro. A tutti piace vincere, ma tutti sanno che le vittorie più belle sono quelle più difficili da ottenere. Evidentemente a lui piace vincere facile”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco