Avellino, D’Angelo giura amore eterno ai Lupi
Alla faccia della scaramanzia: con la rete numero 17 siglata nella gara ufficiale numero 200 con l’Avellino, capitan D’Angelo ha salvato pure la panchina di Toscano. Era successo la stessa cosa nel passato campionato contro la Pro Vercelli, con Tesser a rischio di esonero in caso di mancata vittoria. Fu D’Angelo a segnare uno dei suoi rari gol (36 in 13 anni di carriera) dando la scossa a un campionato sofferto. «Nei momenti importanti riesco a farmi trovare sempre pronto».
INCHINO. Una zampata e via, la palla in rete e il pubblico ad applaudire il capitano andato sotto la curva a fare un grande inchino. «Un ringraziamento ai nostri tifosi, sempre generosi e pronti a sostenerci, un modo per scusarmi a nome della squadra per qualche infelice precedente prestazione. Sapevo che sarebbe arrivato il riscatto della brutta prestazione di Perugia, ai compagni più giovani ho chiesto di dare tutto, pure l’anima, per esprimere una prestazione importante che è arrivata puntualmente. Così pure il risultato. Sinceramente non era facile rialzarsi con tante assenze importanti ma chi è sceso in campo non ha fatto rimpiangere gli infortunati».
RECORD. Angelo D’Angelo, 31 anni, è al quarto posto tra i più fedeli all’Avellino. Il centrocampista ha collezionato 191 presenze scavalcando elementi che hanno segnato un’epoca come Gianfilippo Reali (178 presenze), Roberto Amodio (176), Salvatore Di Somma (170). Nei dati che tengono conto esclusivamente delle gare di campionato, al primo posto assoluto c’è Simone Puleo (245 presenze nelle dieci stagioni in maglia biancoverde). Piazza d’onore per Elio Grappone, classe 1933, difensore di grande temperamento che ha giocato 227 partite mentre Armo Agosto, centrocampista friulano classe 1926, collezionò 202 presenze negli anni Cinquanta.
CONTRATTO. Unico superstite del nuovo Avellino, quello ripartito dalla serie D dopo il fallimento, D’Angelo punta al record assoluto di presenze con la maglia dell’Avellino. Ha messo Puleo nel mirino, gli mancano 54 partite in campionato per salire in vetta. «Aspetto il prolungamento del contratto che è in scadenza alla fine di questa stagione. Ne parleremo durante la sosta di fine anno, c’è reciproca volontà di rinnovare, resta da stabilire il numero di anni. Dipendesse da me, resterei a vita», dice D’Angelo al quale basterebbe un’altra stagione, oltre quella attuale, per diventare il primo in assoluto nella classifica dei fedelissimi e sentirsi irpino a tutti gli effetti, nonostante le origini salernitane. «In questi anni mai ho avvertito diffidenza nei miei confronti. Ormai mi sento parte di questa realtà e ne sono fiero», assicura il capitano.
Corriere dello Sport