Ci sono diversi modi per debellare il “Virus Fifa”

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L’esperto di economia e giornalista, Marco Bellinazzo, de Il Sole 24 Ore, spiega quante e quali discrepanze ci siano alla base del rapporto fra i club e  le Nazionali, anche e soprattutto in virtù degli ultimi infortuni che hanno visto protagonisti Riccardo Montolivo del Milan e Arkadiusz Milik del Napoli.

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Fifa e Uefa stanno sempre di più allargando le competizioni. Si parla di un Mondiale a 48 squadre, dopo l’Europeo a 24, e di nuovi tornei tra nazionali negli anni dispari per incrementare gli introiti delle Federazioni. Tutto ciò comporta una moltiplicazione dei rischi di guai muscolari o traumatici. Che senso hanno poi il turn over e la pianificazione di riposi e allenamenti nei club, se poi i migliori giocatori chiamati in Nazionale sono sottoposti a sforzi extra e a metodologie di preparazione del tutto differenti?

Per debellare quello che molti hanno già ribattezzato come il Virus Fifa, per evidenziare come le nazionali restituiscano sempre più di frequente giocatori claudicanti, è indispensabile ripensare il modello di cooperazione club-Nazionali. Un fattore di cambiamento potrebbe essere quello di concentrare, come in altri sport, gli eventi per le Nazionali in un solo mese, magari in estate dopo la fine dei campionati. Questo soprattutto per le gare di qualificazione e almeno quando in campo sono impegnate le Nazionali con il ranking più alto.

Dal punto di vista di club e giocatori, inoltre, si dovrebbe studiare il modo per rendere progressivamente facoltativa la risposta alle convocazioni. Dovrebbe essere una scelta dei giocatori, d’accordo con i club, quella di partecipare alle gare della Nazionale (anziché affidarsi magari a diplomatici certificati medici). Eventualmente limitando l’obbligo di risposta affermativa alla convocazione a due, tre volte a stagione. Percorrere queste o altre strade appare davvero utile per rasserenare il clima e non far tramutare il Virus Fifa in un male deleterio”.

Fonte Goal.com

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