Per favore non lo definite “magazziniere”. Tommaso Starace è molto di più. Lui è la costante di questo Napoli, l’uomo dal sorriso contagioso, dalla presenza assidua, dal caffè che fa storia. Espressamente fatto con la macchinetta napoletana, un rito, ma soprattutto un modo aromatizzato per dare il benvenuto nel mondo azzurro. Ha quarant’anni di Napoli sulla pelle, e continua a svegliarsi ogni mattina alle sei, percorrere in auto 150 chilometri tutti i giorni, per essere il primo ad arrivare e l’ultimo a spegnere le luci. Quando a Castel Volturno sbarcano i protagonisti, le cose devono essere al loro posto: magliette, pantaloncini, felpe, guanti, scarpette. Linde, pinte e piegate sulla panca. L’unico sopravvissuto a quattro generazioni calcistiche. Starace, per tutti Tommy, mise piede nella sede di piazza Amedeo come aiutante cuoco dello chef Maresca. Divenne parte della famiglia con il trasferimento a Soccavo. Con Hamsik e Mertens si scherza e si ride per tenere compatto il gruppo. Più o meno accadeva la stessa cosa con Diego, che lo nominò custode ufficiale del suo attrezzo da lavoro più importante: le scarpette. E di un segreto mai svelato in trent’anni: Maradona andava in campo calzando scarpini ai quali faceva togliere le suole interne. I tacchetti premevano sulla pianta del piede e davano fastidio, Tommaso doveva rimediare all’inconveniente ammortizzando quei punti con il cerotto medico. Con Diego il feeling era totale, Cavani uno dei migliori clienti del bar Starace: beveva caffè a volontà il Matador. Come Higuain, che da Torino ne sente la mancanza e manco riesce a sentire più l’aroma. Durante le partite, si piazza ai lati della panchina. Urla, sbraccia, incoraggia, festeggia. Mertens lo ha omaggiato dopo il gol in Champions mimandone l’esultanza. «Una delle tante persone che lavorano dietro le quinte e che sono fondamentali per la squadra», ha spiegato Dries in diretta televisiva. È il magazziniere più social del campionato, twitta e comunica. Il caffè che era di Maradona, Cavani e Higuain lo serve adesso a Milik. Tutto scorre nello stanzone azzurro, il suo caffè resta. Testimone silenzioso di segreti che Tommy non racconterà mai a nessuno. Questioni di famiglia. (tratto da Il Mattino)