Cominciava la nuova era azzurra, tra entusiasmo e aria nuova: era il Napoli Soccer, si ripartiva dall’allora Serie C. 15 giorni per costruire una squadra, l’esordio al San Paolo con il Cittadella, in sessantamila sugli spalti. Finì 3-3, con le reti azzurre di Ignoffo, Savino e Toledo e la rimonta degli ospiti (dall’1-3) dovuta alla scarsa condizione atletica di un team costruito in una finestra di mercato. Il tecnico di quel Cittadella era Maran, colui che sabato ha guidato il Chievo al San Paolo. Un cerchio che si chiude. 60000 in C1, 19000 con un Napoli secondo in A e in Champions League. Una contraddizione in termini, almeno in apparenza. Dei 14 «pionieri» di quel Napoli solo quattro sono ancora calciatori. Gli altri dieci si sono ritirati: sette sono diventati allenatori, due sono dirigenti, uno solo è diventato procuratore sportivo. Si tratta di Karl Corneliusson, terzino e mediano svedese, Fabio Gatti è diventato direttore sportivo e dall’estate scorsa è collaboratore dell’area tecnica del Bari, guidato dall’altro ex azzurro Stellone. Direttore sportivo abilitato è anche Francesco Montervino, il primo insieme a Montesanto a far parte del Napoli Soccer, oggi direttore tecnico e istruttore della Real Bombonera (della Fedele Managment) dopo ottimi risultati da ds del Taranto. Nicola Corrent oggi è vice allenatore dell’Hellas Verona (allenato da Pecchia). Ignoffo, ex difensore è da quest’anno allenatore della Primavera del Benevento, Varricchio, ex attaccante guida la formazione Berretti della Spal. Il Pampa Sosa è allenatore. Si sono dedicati ai più giovani Scarlato, Savino e Belardi. Infine l’allenatore di allora: Giampiero Ventura, oggi Ct della Nazionale. Un bel balzo, non c’è che dire,per lui e per il Napoli. Dodici anni… ma a quella squadra tutti i tifosi oggi sono ancora molto legati. (tratto da Il Mattino)
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