Al leader si perdona tutto, Reina è “napoletano”

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Basta questa etichetta, ai tifosi, per perdonarlo sempre, per non condannarlo oltre i limiti, per accettare tutto, pregi e difetti, per ripartire insieme, fianco a fianco, smarrendosi tra presente e futuro, col passato alle spalle. Come Reina, anche il pubblico del San Paolo è consapevole dei (pochi) limiti del portiere spagnolo: non importa, pensano in molti. La splendida legge della compensazione permette a Reina di potersi riscattare un minuto dopo. La figura di leader dello spogliatoio si traduce in campo quando la squadra soffre o ha un attimo di esitazione. C’è sempre lui a rincuorare i compagni e a tranquillizzare i difensori centrali, ad anestetizzarne le paure e ad infondere comunque serenità, anche nei momenti più difficili. La crescita di Koulibaly, ad esempio, è da ricondurre (anche) alla sua presenza. Si può essere portieri anche senza mani, guidando il reparto col carisma necessario, consigliando alla squadra cosa (non) fare. Fonte: Il Roma

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