Eraldo Pecci: “Il Napoli è l’unica squadra che può mettere il sale sulla coda della Juventus”

L'ex calciatore azzurro: "Diawara? Deve avere la personalità di imporsi nell'ambiente Napoli"

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Pensi a Napoli-Bologna e il primo grande doppio ex che ti viene in mente è Eraldo Pecci: cinque anni in rossoblù, i primi due della carriera, e gli altri tre dopo quello indimenticabile a Napoli con Maradona.

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Un regista vecchia maniera, ruolo sempre più in estinzione: il Napoli ha Jorginho. «Sì, da questo punto di vista è messo bene. Jorginho è un ragazzo interessante e, vista la poca qualità che c’è in giro, avrà spazio anche per la Nazionale ma dovrà essere bravo a coglierlo».

Ed è arrivato Diawara, tra l’altro un ex: che ne pensa del guineano? «Prima di giudicarlo aspetterei perché è molto giovane. Giocare a Napoli non è sempre semplice per i centrocampisti: può andarti bene, ma puoi avere anche difficoltà nonostante le tue qualità, penso ad esempio a Cigarini oppure a Valdifiori».

Già ma la rosa è più ampia e Zielinski si sta già mettendo in luce. «Zielinski è uno di quei centrocampisti che quando gioca bene te ne innamori, però se è in cattiva giornata sparisce. Mi ricorda un po’ il vecchio Beccalossi, quel tipo di giocatore che ti può garantire il salto di qualità ma solo quando è in giornata».

Le è piaciuto il Napoli in Champions? «Un’ottima impressione, il calcio europeo è diverso dal campionato e sinceramente pensavo che il Napoli potesse fare più fatica a Kiev. Farà strada anche in questa competizione».

Napoli che potrà dire la sua anche in Europa? «Sicuramente è più avanti di altre squadre senza una grandissima esperienza in Champions che prendono degli schiaffoni. Non è la favorita per arrivare fino in fondo ma con il suo calcio potrà essere protagonista».

Contro il Bologna non c’è partita? «Il Bologna ha vinto le due in casa sfruttando il calendario che gli ha regalato due neopromosse come Crotone e Cagliari ma a Torino ha preso cinque sberle: una squadra che sta crescendo e ha qualche giovane interessante. La differenza tecnica con il Napoli però è abissale».

Giusto affidarsi al turnover? «Su questo concetto io vado controcorrente: tutti elogiano il turnover, io sono stato sempre dell’idea che campionato e coppe le vincono i titolari. Sinceramente queste grandi fatiche non le immagini a meno che non fai viaggi aerei interminabili o prendi qualche colpo in partita».

Se l’aspettava un Milik già così? «È partito bene, può mantenere questi livelli a lungo. Il Napoli era un buon gruppo prima e lo è adesso: questo può agevolare chi entra, come è il caso di Milik».

Contro il Bologna potrebbe toccare a Gabbiadini. «Ha doti straordinarie però dovunque vada non riesce a giocare da titolare: le sue potenzialità non sono mai esplose del tutto, speriamo per lui che quest’anno sia quello buono».

Sarri-Donadoni, che duello di panchina sarà? «Stiamo parlando di due professionisti di livello, ma i gol li fanno i giocatori: l’allenatore deve essere bravo a non fare danni. Penso a Luis Enrique, che a Roma era criticato e a Barcellona vince. Vuol dire che avere Messi e Neymar conta qualcosa. Anche se la mano di Sarri che allena la squadra di un grande club si vede».

Per vincere i campionati si dice sempre che non devi lasciare punti contro le piccole. «È così. Per le grandi è come tirare un rigore: se segni fai solo il tuo dovere, se sbagli fai la figura dello stupido».

In campionato il Napoli dove lo colloca? «Per me è l’unica squadra che può mettere un po’ il sale sulla coda alla Juve che resta la più forte: l’unica vera antagonista”.

Fonte: Il Mattino

 

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