Il post Higuain? Meglio oggi. I giudizi di chi ne capisce di calcio…
Sostiene Alex Del Piero, il Pinturucchio tanto caro all’avvocato Agnelli, che questo Napoli non può che trarre beneficio dall’addio di Higuain. Un azzardo, forse. Ma se lo dice lui, che nella Juve ha vissuto decine di addii (come quello di Zidane) senza quasi mai avere ripercussioni sui risultati e sui verdetti finali, allora c’è da ragionarci sopra. Nelle ultime 48 ore Del Piero ha commentato negli studi di SkySport prima l’anticipo tra Palermo e Napoli e poi l’intera giornata calcistica di ieri. «Prima tutto ruotava attorno all’argentino, ora gli altri hanno licenza di colpire». Ecco, il Del Piero pensiero. Gli altri attaccanti come degli 007, con licenza di fare gol invece che di uccidere. D’altronde ad aver capito già tutto con anticipo, molto prima del diluvio di gol in queste prime tre giornate era stato, al solito.Anche Adani, da difensore, è d’accordo. «Chi portava palla prima aveva come primo e unico obiettivo innescarlo, trovare il modo per metterlo nelle condizioni di segnare. Ora è diverso: Jorginho e gli altri alzano la testa e servono il giocatore che sta posizionato meglio. Senza avere una prima scelta».Beppe Savoldi, qualche giorno fa, è stato lapidario: «Milik non è Higuain e non so se lo potrà divenire. In generale, i paragoni non fanno mai bene a nessuno. Mi sembra come caratteristiche più centravanti di Gabbiadini. Sarei curioso di vedere una soluzione con tutti e due assieme, potrebbe rappresentare una ulteriore soluzione per Maurizio Sarri». Inacio Pià, ex azzurro, è sulla stessa lunghezza d’onda. «Tutti hanno detto che il Napoli si è indebolito con la partenza di Higuain, però penso che la squadra a livello di rosa sia molto più forte dello scorso anno proprio per l’immenso potenzialità che ha in attacco. Fermi uno e spunta un altro…». Giancarlo Marocchi è altrettanto convinto: «Il Napoli è più forte, l’anno scorso il secondo posto è stato accreditato quasi esclusivamente a Higuain, ora i protagonisti hanno lo stimolo di dimostrare che non era così, che i suoi meriti erano uguali ai loro».
Fonte: Il Mattino