ESCLUSIVA – R. D’Auria (pres. Internapoli): “Grava è stata una manna dal cielo per il Napoli e per le scuole calcio”
Il mondo delle scuole calcio sono considerate fondamentali per le fondamenta non solo a livello tecnico ma anche nel contesto sociale. Tutto questo serve per far crescere i ragazzi in maniera chiara e definitiva. Ilnapolionline.com nella giornata di ieri è stata alla scuola calcio Internapoli dove ha intervistato il suo presidente Raffaele D’Auria sul momento del vivaio azzurro e sul mondo delle strutture in Campania.
Se guardiano il numero di iscritto nella scuola calcio Internapoli, siete più di 600. Cosa ne pensa a riguardo? “Il numero da lei detto è molto importante, anche se il nostro obiettivo è quello di curare tutti i ragazzi nei minimi particolari uno per uno. Per questo che creiamo dei gruppi non molto folti con istruttori qualificati, in modo che ogni ragazzo si senta protagonista. Il numero non deve spaventare, perché creiamo dei gruppi molto ristretti e sono ben coordinati. Il nome Internapoli è storico, viene subito dopo la prima squadra del Napoli. Ho ereditato questa struttura, la società ha come obiettivo principale di far divertire i ragazzi, a seguire che possano socializzare in un ambiente sano. Tutto questo poi finalizzato anche all’aspetto tecnico e dei risultati da conseguire sul campo. Senza dimenticare che tra i 15 e i 17 ragazzi a fine stagione vengono ceduti a società professionistiche dalla serie A fino alla Lega Pro”.
Da due anni a questa parte, come responsabile del settore giovanile del Napoli c’è Gianluca Grava. Come giudica il suo operato nel vivaio azzurro che ha di nuovo riallacciato i rapporti con le scuole calcio? “Il suo inserimento nel calcio Napoli per noi delle scuole calcio è stata una manna dal cielo. In passato avevo dato alcuni calciatori al club azzurro, ma non nascondo che ci sono state alcune problematiche che con l’avvento di Gianluca sono state risolte. Io lo conosco sin dai tempi dell’Avellino quando giocammo insieme, c’è un ottimo rapporto di amicizia e i rapporti con il Napoli sono tornati più forti di prima. Non a caso ho dato alla società partenopea uno dei talenti più forti Bruno Umile classe 2003, era seguito da mezza Italia, ma alla fine l’ho dato al Napoli perché ho avuto delle garanzie da Gianluca Grava. Il club sta lavorando in un certo modo, noto della qualità e il suo avvento la considero davvero indispensabile. Oltre Umile, c’è da sottolineare la presenza nella squadra Primavera di Cardone ex Ischia Lega Pro e che recentemente ha ben figurato in un test amichevole contro il Napoli di Sarri. Sono felice di aver riallacciato i rapporti con il club azzurro e mi auguro di poter dare altri ragazzi promettenti alle rispettive compagini”.
Lei prima parlava di Cardone ex Ischia Lega Pro, lo scorso anno era allenato da Giuseppe Fusaro. Cosa ne pensa del suo lavoro all’interno dei settori giovanili? “Ieri pomeriggio l’ho sentito per mezz’ora e gli ho augurato le migliori fortune per la prossima stagione. Giuseppe è un mio carissimo amico, lo considero una persona seria, un grande professionista e soprattutto sa fare calcio. Io gli ho detto che vista la sua serietà è sprecato con club non professionisti e credo senza alcun dubbio che debba allenare società d’Elite per poter dimostrare tutta la sua bravura. Senza contare che ragazzi come Cardone e Coratella, calciatori che ho avuto in passato, con mister Fusaro hanno avuto dei costanti miglioramenti e sono passati uno al Napoli (Cardone) e l’altro al Bari (Coratella)”.
Spesso si parla che nei settori giovanili c’è più bisogno di istruttori, come nelle scuola calcio e non solo di allenatori. Lei che cosa ne pensa a riguardo? “Questo è un tema molto delicato, perché per raggiungere certi risultati c’è bisogno innanzitutto di una struttura, ma soprattutto di istruttori. Sulla seconda tematica credo che siamo importanti nel contesto sociale, perché è una figura che si occupa dei bambini a livello di educazione. Nel mondo delle scuole calcio l’istruttore e colui che deve insegnare la disciplina sportiva in tutte le sue fasi, deve essere una persona qualificata oltre che saper interagire con il ragazzo. Il calcio che è principalmente passione l’istruttore deve saper fare da collante con i bambini, è anche psicologo che insegna le regole di gioco ma anche di vita, mentre gli allenatori si occupano delle fasce più grandi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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