Francesco Contaldo 14 anni, primo italiano che entra nella “Cantera”, da Castellammare a Siviglia
Francesco il 14enne stabiese al Siviglia
«Vamos» è la prima parola che ha imparato in spagnolo.Perché vamos significa gioca,dai, passa la palla, alzati, continua. E, soprattutto, divertiti. È il sogno di Francesco Contaldo che ora è diventato realtà. Il sogno di chi ha cerchiato in rosso una data, quella del 22 novembre, quando la Juventus di Allegri ed Higuain arriverà al Ramón Sánchez-Pizjuán per giocare in Champions ma lui indosserà la casacca del Siviglia per fare il raccattapalle e tifare per gli andalusi.
Francesco è il primo italiano adentrare nella Canteradel Siviglia. Quattordici anni, campionato cadette, vale a dire l’inizio della trafila delle giovanili nei tornei iberici. Calcia con entrambi i piedi: ha grande visione di gioco. Un trequartista con doti alla Pirlo.Lo hanno lanciato alla Virtus junior Napoli con mister Mataresee mister Gargiulo. Una trasmissione televisiva di Nello Odierna lo ha fatto conoscere al pubblico napoletano. È sbarcato a Ferragosto nel gran caldo della capitale andalusa. Il suo giro è cominciato all’FCB Escola International Tournament con la maglia del Barcellona. Poi tanti tornei, uno su tutti: in Liguria, a Carcare, contro Juve, Genoa e Torino con la maglia della Virtus Junior Napoli. Arrivano le proposte andaluse assieme a quelle di Benevento, Genoa, Vicenza, Sampdoria, Inter. Con i nerazzurri c’era un secondo appuntamento ma:«Le differenze tra Italia e Spagna sono sostanziali nell’approcciare un giovane di talento. In Italia siamo più professionali. Si pensa alla tattica e dal contratto. In Spagna ho trovato il volto umano del calcio ». Parola di papà Raffaele. E d allora per il piccolo Francesco, Messi e Ronaldo nel cuore,«ma da oggi anche Franco Vázquez», è un turbinio di emozioni. «So che sarà difficile ma è una esperienza che mi servirà per crescere-racconta da Siviglia-casa mia è a Castellammare ma qui è tutto così fantastico. Sono l’unico italia no ma mi hanno accolto benissimo. La differenza con l’Italia? Ne ho fatti di provini ma i mister si rivolgevano sempre alla squadra intera. Qui stringono le mani ad uno per volta. È come se fossimo una famiglia. E poi in campo non senti pressione: giochi e ti diverti».Pur di averlo il presidente José Castro Carmona ha incontrato personalmente i giocatori facendo loro anche una offerta di lavoro. Ma Francesco proseguirà la sua avventura a Siviglia con papà e mamma Contaldo che andranno su e giù dall’Italia. Il suo sogno? «Giocare la finale di Champions al Nou Camp». Ma per ora ce n’è un altro più in piccolo: «Ho chiesto di fare il raccattapalle per Siviglia-Juventus di Champions». Per tifare?«Siviglia, che domande».
Fonte: Il mattino
Tratto sa Il Mattino