Se segna non esulta, a Pescara un ritorno al passato. Il Napoli gli nega il permesso per ritirare il premio “Prisco”

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Un concentrato di emozioni ed un pizzico di delusione. Lorenzo Insigne si avvicina così al suo ritorno a Pescara, la città dove è diventato grande non solo calcisticamente parlando. Domani sera quando farà capolino sul prato dell’Adriatico gli passerà davanti una parte importante della sua vita. In quel momento saprà già se Sarri, altro ex di turno, avrà deciso di mandarlo in campo o gli avrà preferito Mertens ma non potrà fare a meno di pensare alla magnifica stagione vissuta in biancoazzurro agli ordini del suo mentore Zeman.

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Correva l’anno 2011, il boemo aveva già intravisto le qualità di Lorenzinho a Foggia e decise di portarselo in B. Come suo solito costruì una squadra giovane e sfrontata: Verratti a centrocampo, Insigne largo a sinistra nel tridente ed Immobile centravanti. Quel campionato finì con il Pescara in A e con ben diciotto reti da parte del talento di Frattamaggiore. Sulla panchina del Napoli sedeva Walter Mazzarri, che il sabato insieme al direttore sportivo Bigon si accomodava davanti alla tv per ammirare quel Pescara e sbirciare le giocate di Insigne «sponsorizzato» dal
vice allenatore Frustalupi. Insigne segnava, l’Adriatico gioiva. Lorenzo aveva trovato un ambiente capace di esaltarlo. Con Immobile faceva coppia fissa, Verratti gli insegnava il dialetto abruzzese. Le gite sul lungomare contribuivanoa far sentire Insigne a casa e poi papà Carmine ed i suoi fratelli spesso andavano in Abruzzo a trovarlo (a proposito, a lungo il presidente Sebastiani ha pensato di assoldare Roberto Insigne per metterlo a disposizione di Oddo).

NIENTE PREMIO

C’è stato poi il lieto fine, Insigne è tornato a Napoli riuscendo ad arrivare in Nazionale e a disputare prima il Mondiale e poi l’Europeo. In A non ha vestito altre maglie, quella azzurra la sente tatuata sulla pelle e adesso spera di diventare una bandiera del suo club del cuore. La società è tornata a scambiarsi messaggi con i suoi agenti e ci sarà dunque un nuovo appuntamento per discutere del rinnovo di Insigne, finito nel mirino dei grandi
club italiani ed esteri (Inter, Atletico Madrid e Psg) non appena si è affacciata l’ipotesi di un divorzio dal Napoli. Da domani, però, a parlare sarà il campo e Insigne conosce un solo linguaggio, quello del gol. Dovesse segnare a Pescara non esulterebbe. Ha troppo rispetto per il suo vecchio pubblico. Poco rispetto gli ha invece mostrato il Napoli negandogli la possibilità di ritirare lunedì il premio Prisco in quel di Bolognano, a pochi passi da Pescara.

Fonte: gasport

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