E’ campano il “mago” della piscina di Rio. Da verde ad azzurro!
«Salve, Sono il signor Wolf, risolvo problemi» e di problemi alle Olimpiadi di Rio de Janeiro ne avevano di enormi visto che le piscine dei tuffi e del synchro erano completamente verdi. Hanno provato di tutto per farle tornare trasparenti ma, ogni giorno che passava, le cose andavano sempre peggio. Ed allora il vicesindaco di Rio de Janeiro ha fatto squillare un numero telefonico di Mondragone. Dove vive il Mister Wolf di Pulp fiction, il signore delle acque, al secolo l’ingegnere Gianni Capizzi. Nel suo curriculum vitae, oltre ad una laurea alla Federico II ed un master alla Bocconi di Milano, esperienze di lavoro all’estero come fossero noccioline: Esso, Ilva, Magneti Marelli. Al Cremlino ha rivitalizzato il fossato abbandonato. A Mosca era in visita l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak che lo ha chiamato a sé per risolvere i problemi delle sue piscine. Per la Regina di Giordania ha studiato un trattamento delle acque antialghe. Poi la striscia di Gaza, e lavori in giro per il mondo anche se ormai vive più a Mosca che in Italia. «Sono trent’anni. Potrei avere la pensione», scherza Capizzi. La telefonata è giunta il giorno 10, l’11 è sbarcato a Rio con una valigia carica di ALE6, un brevetto mondiale della sua C.A.G. Chemical, azienda di prodotti chimici per il trattamento delle acque, già sponsor di Posillipo e Canottieri («ma ora comprano prodotti cinesi») cloro a 6 funzioni sufficiente per finire le Olimpiadi. Giochi da segregato. «Per motivi di sicurezza mi hanno prelevato all’aeroporto, ed ho fatto la spola tra albergo e piscina». Il primo contatto con una piscina verde. Per lui, ingegnere che ha curato le acque delle piscine di mezzo mondo un gioco da ragazzi. «C’erano problemi di ph, di calcare, di scarsa funzionalità dei filtri e di mancanza di ossigenazione dell’acqua. Il tutto aggravato dal fatto che la situazione era stata un po’ lasciata andare». Non erano tanto i tuffi a preoccupare, quanto il synchro perché «una piscina verde è improponibile». Immersioni, analisi, prodotti chimici e tantissima esperienza e professionalità. Quando ha terminato il lavoro una domanda: «Dica ciò che desidera e sarà esaudito». E Capizzi ha voluto incontrare Pelé. Detto, fatto. «Io tifo Maradona, ma Pelé è sempre Pelé. Siamo stati insieme 5-6 ore e lui si è dimostrato gentilissimo ed interessatissimo al mio lavoro. Su una maglia della mia società ha scritto: al mio amico ingegnere italiano esperto di acque con gratitudine mia e del Brasile». Salvatore delle Olimpiadi? «Macché – si schernisce – diciamo che la cosa si sarebbe potuta risolvere anche prima se non si fosse perseguito ad utilizzare metodi sbagliati». Terminato il suo lavoro ha ripreso l’aereo ed è tornato a Maddaloni prima di volare verso la Grande Madre Russia. Era comunista Capizzi, è comunista. «Ho lavorato a Varsavia quando c’era ancora il cardinale Glemp, Solidarnosc e Wojtyla era un semplice arcivescovo. Ho vissuto cinque colpi di Stato. Riconosco che l’idea non ha funzionato ma si tifa il Napoli anche se dovesse andare in serie C». E si spera sempre di essere proheta in patria visto che resta apprezzato internazionalmente, meno nella sua Napoli. Il futuro è sperare di cominciare a lavorare alla diga di Mosul. «In teoria sono capoprogetto ma non si potranno superare il 60 anni ed io ne ho già 58». Il signor Wolf ha risolto anche un problema al cardinale Ballestrero in Vaticano. «Ingegnere lei ha l’acqua nelle vene» gli disse l’alto prelato. Il Cardinale Sepe presente all’incontro lo bacchettò. «Guardi che a Napoli non è un complimento». Meglio il Signore delle Acque oppure Mister Wolf, colui il quale ha salvato i Giochi della XXXI Olimpiade dell’era moderna. Fonte: Il Mattino