APPROFONDIMENTO – Quando la miglior difesa è l’attacco

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Chiaramolo subito: l’esordio stagionale contro l’Anaune, squadra militante nel campionato di Promozione, non è stato e non poteva essere un test attendibile, specie per quel che riguarda la tenuta difensiva del Napoli. Rafael e Sepe fantacalcisticamente sono da s.v. (senza voto, per chi non mastica la materia) mentre le linee difensive proposte da Maurizio Sarri eccelgono per dedizione e applicazione nei movimenti, provati insistentemente in allenamento. Meglio naturalmente, sfruttando gli automatismi della scorsa stagione, coloro che più somigliano ai titolari: Maggio, Chiriches, Koulibaly e Ghoulam.

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Pressing nella metà campo avversario, squadra corta e avvio dell’azione, con pochi lanci e tanti appoggi, dalla linea di metà campo sono i must riproposti dal mister azzurro per questo suo primo Napoli 2.0, in attesa dei rientri del miglior Albiol, di Tonelli e dell’albanese Hysaj. L’Anaune non può mettere in apprensione i partenopei che dunque dominano il terreno di gioco, con i terzini molto attivi e bravi ad attaccare la profondità dopo lo scarico della punta per il regista, Jorginho dal fischio d’inizio al 45′, Valdifiori dal 45′ al 90′. Ghoulam e Maggio inoltre, imitati poi dal buon Celiento e meno da Luperto nella ripresa, accompagnano praticamente tutte le azioni, in particolare quando Grassi e Allan, sostituiti poi da Dezi e David Lopez, trattengono più del dovuto il pallone. Una volontà di offendere che invoglia forse i centrali Chiriches, con un gol che ricorda l’1-1 di marzo col Chievo, e Lasicki a sfruttare i calci d’angoli tagliati di Ghoulam, trovando la gioia personale rispettivamente di piede e di testa.

E la copertura? Bene anche quella, seppur non esasperata a causa della distanza tecnico-tattica con l’avversario. Un paio di contropiedi abbozzati, successivi a qualche palla persa dal centrocampo, ed immediatamente sventati da una linea a 4 ordinata, la quale non si scompone e non si avventura in corse sfrenate all’indietro, mai staccando gli occhi dal pallone e recuperandolo alla minima esitazione degli attaccanti altrui. Duelli arei vinti a ripetizione e zero falli commessi infine la dicono lunga sulla sicurezza e sull’efficacia del sistema difensivo di Sarri, al netto ricordiamo di un dirimpettaio tutt’altro che trascendentale. Da rivedere soltanto l’intesa e la complementarietà tra il giovane e bravo Lasicki e Koulibaly, leader e pilota automatico della difesa azzurra.

A cura di Mario De Martino

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