Dopo il ritorno di Inzaghi a “casa Lazio”, la Salernitana a Sannino
Giuseppe Sannino è il nuovo allenatore della Salernitana. Firmerà oggi a Roma un contratto di un anno con opzione per il secondo legata al risultato. Sannino l’ha spuntata su Gregucci, in parola con Mancini per un posto nello staff dell’Inter. L’operazione Sannino porta la firma di Angelo Fabiani che già un mese fa aveva incontrato a Salerno il tecnico campano. C’era già un piano. «Ed era il piano A» dice Fabiani soddisfatto. Beppe Sannino ha 59 anni, è originario di Ottaviano e vanta 68 partite in A (con Siena, Palermo, Chievo e Carpi) e 57 in B (con Varese e Catania). La scorsa stagione ha guidato il Carpi per cinque partite, subentrando a Castori, prima di essere esonerato a sua volta. Ha allenato anche il Watford nella Championship, la seconda divisione inglese, subentrando a Zola. «Salerno è una grande piazza, un’opportunità per qualsiasi tecnico» ha detto in mattinata prima di raggiungere l’accordo con la Salernitana. Ha prevalso la linea Mezzaroma-Fabiani dal momento che Lotito spingeva per Bollini o Menichini. Ma alla fine la scelta è stata condivisa da tutti.
Mezzaroma. Nella giornata di Sannino il co-patron della Salernitana, Marco Mezzaroma, rompe il silenzio che durava da giorni. «Perché Sannino? E’ un allenatore bravo, ha motivazioni e caratteristiche che possono adattarsi alla Salernitana. Ci incontreremo a Roma, il profilo individuato è quello e c’è l’accordo su tutto. Poi, come tutti noi, sarà giudicato in base ai risultati. Gregucci? Ha dato una parola a qualcuno, lo rispetto, ma la Salernitana non può aspettare le esigenze altrui: chi sposa il nostro progetto deve farlo al cento per cento e con la massima determinazione». Ai tifosi non va giù quella che tanti hanno definito subalternità rispetto alle vicende della Lazio. Mezzaroma al termine dello scorso campionato aveva manifestato l’esigenza di una maggiore autonomia dal club biancoceleste. «Avevamo scelto Simone Inzaghi – spiega – come profilo di prospettiva, essendo giovane ma molto preparato. C’era poi un patto tra me e mio cognato: se ci fosse stata qualche difficoltà per la panchina della Lazio, Inzaghi sarebbe stato di nuovo disponibile per la società biancoceleste. I tifosi hanno il diritto di dire quello che vogliono, ma Inzaghi non era né un ripiego né un prestito, infatti allenerà in serie A. Salernitana una Lazio B? Non scherziamo, la situazione non è questa e non perché nella società ci sia io. Anche Lotito pensa la stessa cosa. Ora dobbiamo lavorare ed affrontare con entusiasmo la nuova stagione». Un interrogativo, però, assilla i tifosi: la Salernitana potrà mai puntare alla serie A considerata la multiproprietà? «Sento questi discorsi da anni, la Salernitana, come tutti i club, può ambire alla serie A. La querelle sulla doppia proprietà lascia il tempo che trova». Modulo. Sannino nella sua carriera ha adottato il 3-5-2 ed il 4-4-2. «Ma può fare anche il 4-3-1-2», precisa Fabiani. Si tratta del modulo che potrebbe adattarsi meglio alla Salernitana. Intanto Fabiani si appresta a definire l’ingaggio di Bacinovic, a chiudere con Munari, che deve rescindere col Cagliari, ed è fiducioso nel si di Rosina, che Sannino conosce bene per averlo allenato a Catania due anni fa. Il vice allenatore sarà Fiorin, mentre il preparatore atletico sarà Melino.
Mezzaroma. Nella giornata di Sannino il co-patron della Salernitana, Marco Mezzaroma, rompe il silenzio che durava da giorni. «Perché Sannino? E’ un allenatore bravo, ha motivazioni e caratteristiche che possono adattarsi alla Salernitana. Ci incontreremo a Roma, il profilo individuato è quello e c’è l’accordo su tutto. Poi, come tutti noi, sarà giudicato in base ai risultati. Gregucci? Ha dato una parola a qualcuno, lo rispetto, ma la Salernitana non può aspettare le esigenze altrui: chi sposa il nostro progetto deve farlo al cento per cento e con la massima determinazione». Ai tifosi non va giù quella che tanti hanno definito subalternità rispetto alle vicende della Lazio. Mezzaroma al termine dello scorso campionato aveva manifestato l’esigenza di una maggiore autonomia dal club biancoceleste. «Avevamo scelto Simone Inzaghi – spiega – come profilo di prospettiva, essendo giovane ma molto preparato. C’era poi un patto tra me e mio cognato: se ci fosse stata qualche difficoltà per la panchina della Lazio, Inzaghi sarebbe stato di nuovo disponibile per la società biancoceleste. I tifosi hanno il diritto di dire quello che vogliono, ma Inzaghi non era né un ripiego né un prestito, infatti allenerà in serie A. Salernitana una Lazio B? Non scherziamo, la situazione non è questa e non perché nella società ci sia io. Anche Lotito pensa la stessa cosa. Ora dobbiamo lavorare ed affrontare con entusiasmo la nuova stagione». Un interrogativo, però, assilla i tifosi: la Salernitana potrà mai puntare alla serie A considerata la multiproprietà? «Sento questi discorsi da anni, la Salernitana, come tutti i club, può ambire alla serie A. La querelle sulla doppia proprietà lascia il tempo che trova». Modulo. Sannino nella sua carriera ha adottato il 3-5-2 ed il 4-4-2. «Ma può fare anche il 4-3-1-2», precisa Fabiani. Si tratta del modulo che potrebbe adattarsi meglio alla Salernitana. Intanto Fabiani si appresta a definire l’ingaggio di Bacinovic, a chiudere con Munari, che deve rescindere col Cagliari, ed è fiducioso nel si di Rosina, che Sannino conosce bene per averlo allenato a Catania due anni fa. Il vice allenatore sarà Fiorin, mentre il preparatore atletico sarà Melino.
Corriere dello Sport