Davide Lippi: “Mio padre non è dt dell’Italia per colpa di un regolamento assurdo! Caprari? Piace al Napoli e alla Juve”

"Bisogna cambiare il regolamento italiano"

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A Radio Crc Davide Lippi, figlio del famoso allenatore Marcello e noto procuratore, a “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma parla del futuro del suo assistito Gianluca Caprari, attaccante del Pescara, obiettivo di mercato del NapoliCaprari al Napoli? Posso confermare che il Napoli è interessato al giocatore e che lo segue da tempo ma, da qui a dire che lo comprerà, c’è ancora tutto da costruire. Il mercato entrerà nel vivo il 1 Luglio, quindi, tutto può succedere. Sono a Milano, vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Napoli è una destinazione gradita al ragazzo. Anche la Juventus vuole il giocatore e non c’è da sorprendersi, è giovane e quest’anno si è messo in luce, facendo un grande salto mentale per cui sono convinto che arriverà ad alti livelli. Caprari è un giocatore molto importante che può aspirare alla Nazionale. Lapadula? Non ha detto no al Napoli, ha semplicemente detto sì ad un’altra realtà il che è diverso. Napoli è una piazza che non si può rifiutare ma a volte gli atleti devono fare delle scelte”. Lippi poi si sfoga per la vicenda riguardante la rinuncia del padre all’incarico di dt dell’Italia, a causa del lavoro da agente FIFA svolto dallo stesso Davide: “Mio padre ha dovuto rinunciare al ruolo di direttore tecnico dell’Italia e mi spiace davvero tanto per lui. Era emozionato per questo incarico e lo meritava per tutto quello che ha fatto nel calcio italiano e per aver portato in alto la bandiera dell’Italia nel mondo. Aveva deciso di restare in Italia a lavorare ma non potrà farlo per colpa di una clausola di un regolamento assurdo. Vi dico una cosa: in Italia non c’è l’albo degli Agenti FIFA, c’è stato un cambio di regolamento per cui esiste un albo FIFA, ma la regolamentazione italiana è tutta da sistemare. Sono un agente FIFA, da 15 anni svolgo la mia attività seriamente, nonostante abbia fatto e vinto un processo di 2 anni penale, e continuerò a farlo seriamente ma quando si parla di Davide Lippi diventa tutto un caso. Quando mio padre vinse il Mondiale nel 2006 io ero agente solo di Massimo Oddo, che non giocò nemmeno un minuto in quel Mondiale. Da quando questo regolamento è stato approvato, non penso di essere l’unico caso. Mio padre è un grande uomo e ho grande rispetto di lui, mi ha sempre detto: tanti nemici, tanto onore, ma da figlio sono dispiaciuto, tuttavia siamo persone serie e andiamo avanti per la nostra strada”

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