L’approfondimento di R. Muni – “Un anno di azzurro: un giorno all’ improvviso”
Il lietmotiv della stagione azzurra è stato UN GIORNO ALL’IMPROVVISO, un vero e proprio tormentone cantato sull’aria di una famosa canzone dei Righeira degli anni ottanta. Al termine di ogni partita, squadra e pubblico napoletano cantavano e ballavano sia per festeggiare il nuovo successo, sia per cementare il rapporto d’amore tra Napoli ed il Napoli. Reina, Hamsik, Higuaìn, Insigne…insomma tutti gli effettivi del Napoli, sotto le curve per fondersi in un unico enorme abbraccio!Roba da pelle d’oca, che rimanda alla fine degli anni ottanta, quando un altro motivo ha accompagnato le gesta degli azzurri: il motivo era il POROMPOMPERO ed i guerrieri di Parthenope erano i vari Maradona, Careca, De Napoli e Ferrara. Questa volta non abbiamo vinto niente (…o almeno non ancora…), ma è stato bellissimo esserci, viverlo e poterlo raccontare. E’ stato magnifico accarezzare il sogno tricolore, vivendo emozioni fortissime; purtroppo è stato terribile apprendere che il sogno sarebbe rimasto tale. Non sono mancate le solite critiche di chi proprio Napoli non riesce a digerirla. In particolare, l’ultimo verso (…oggi come allora difendo la città…) è stato oggetto di critiche troppo pesanti per essere legate al calcio, un gioco. C’è chi ci vuole ricordare così, a cantare sotto la curva senza aver vinto nulla, credendo di deriderci e mortificarci. Per quanto paradossale possa sembrare, siamo d’accordo con loro, perchè vogliamo ricordare gli azzurri così, a godere e festeggiare anche senza lo scudetto, a cantare e ballare sotto le curve, con i tifosi. A godere delle 36 perle collezionate da Higuaìn, della Champions ritrovata dopo due anni bui, del ritrovato rapporto idilliaco tra Napoli ed il Napoli. Gli scudetti morali, quelli conteggiati sul campo, li lasciamo ad altri. Il rapporto tra Napoli ed il Napoli è qualcosa che va ben oltre i successi, che si alimenta di piccoli gesti, di orgoglio rappresentato e maglie sudate. Noi non pretendiamo che altri lo capiscano, ma solo che ne abbiano rispetto. E meno rispetto hanno, più si avvelenano nel vederci saltare e festeggiare per il secondo posto, più noi ne siamo orgogliosi! E così un giorno all’improvviso il Napoli cambiò marcia, macinando vittoria su vittoria e punti su punti; il Pipita comincio a collezionare reti su reti mettendo Nordahl nel mirino fino a superarlo, riscrivendo la storia…e Napoli si innamorò (…o meglio, si riscoprì innamorata…) dell’azzurro. Il cuore batteva forte ad ogni giocata, ad ogni gol, ad ogni vittoria, spontaneamente senza chiedersi il perchè. Il tempo è passato ed il campionato è terminato ma siamo ancora qua a goderne del ricordo ed a rivivere mentalmente le emozioni di una grandissima stagione. Ed oggi come allora (…e come sempre…) ci sentiamo orgogliosi della squadra del cuore che rappresenta la città. Ci sentiamo orgogliosi di gente come Pepe Reina e Marek Hamsik che si sentono napoletani; di Lorenzo Insigne, napoletano di Frattamaggiore il cui talento è attualmente al servizio della nazionale di Antonio Conte; di Dries Mertens, di Pepe Callejòn, di Gonzalo Higuaìn, che hanno apertamente dichiarato di voler continuare a vivere la splendida favola azzurra. E siamo orgogliosi di Sarri che, sebbene parli marcatamente toscano, esalta le proprie origini di Bagnoli. Eh già, dulcis in fundo proprio quest’ultimo, Maurizio Sarri, il trionfo della meritocrazia, l’apoteosi della sostanza sulla forma e, perchè no, la buona sorte che ha assistito Aurelio De Laurentiis, conducendolo, probabilmente anche a sua insaputa, dal tecnico che con i fatti ha detto molto più di migliaia di parole e che ha riportato entusiasmo nella città di Parthenope, da sempre innamorata del suo azzurro del cuore. E tifando per questi colori, sostenendo questi personaggi intrisi d’azzurro, difendiamo la nostra città. Avanti Napoli…Avanti!!!
Riccardo Muni