Corrado Orrico a Il Mattino: “Ho visto una nazionale con una grande anima, diversa dal passato”

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«Ero pessimista prima dell’Europeo, ammetto che Conte ha sorpreso anche me». Parola di Corrado Orrico, l’allenatore-filosofo, maestro della vecchia generazione, uno che nel calcio non le manda mai a dire.

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Quest’Italia è una versione moderna del catenaccio? «Non esprime soltanto difesa e contropiede. La Nazionale ha un’anima: ha grinta e carattere da vendere, non abbiamo talenti assoluti ma viene esaltato il lavoro fatto in allenamento. Le giocate, i movimenti, gli schemi, sono belli perché studiati con grande applicazione. Il ct tira fuori il massimo dai mezzi tecnici a sua disposizione, che non sono elevatissimi».

Conte come Ranieri e Simeone: il modo di giocare all’italiana sta riconquistando l’Europa? «Conte e l’Italia meglio del Leicester e dell’Atletico Madrid: lo spettacolo non è il possesso palla ma attuare bene e capitalizzare quello che si è in grado di fare. Il concetto di football del nostro allenatore è la versione ultramoderna del calcio, che va ormai in questa direzione».

Addio al tiki-taka allora? «Nel nostro sport, come nella vita, esistono i cicli che nascono, raggiungono l’apice e poi tramontano. Il tiki-taka ha conosciuto la fase di massimo splendore con il Barcellona ma ora quel tipo di gioco è superato e va dato merito a Conte di aver dotato l’Italia di una visione molto proiettata nel futuro».

La difesa resta comunque il nostro punto di forza. «I quattro della Juventus messi insieme formano il reparto più forte d’Europa. Si parte da questo principio: gli avversari non devono arrivare in porta. Il Belgio attaccava con otto uomini ma la sua organizzazione di gioco era zero. I nostri difensori solo un paio di volte gli hanno permesso di tirare, a conti fatti le migliori occasioni sono state create dall’Italia. Si è capito subito che il Belgio non sarebbe andato oltre quel possesso sterile».

Si difende bene e poi si schizza via in contropiede. «Mettendoci il cuore e capitalizzando le caratteristiche di ogni singolo. L’Italia è una macchina perfetta: se soltanto uno degli undici va fuori giri, il meccanismo è destinato a incepparsi».

Dove potrà arrivare la nostra Nazionale? «Siamo partiti bene e questo è già un indizio incoraggiante. Sul nostro cammino incontreremo formazioni imbottite di campioni veri: lì assisteremo allo scontro tra organizzazione e la tecnica pura. Tutto dipenderà da come riusciremo a limitare le giocate dei fuoriclasse».

Quindi il segreto è essenzialmente nell’annullare l’avversario? «Più che annullare direi limitare. L’Italia ha sconfitto il Belgio perché non gli ha regalato spazi. È un concetto che Conte trasmette in maniera impeccabile ai propri calciatori e deve continuare così semplicemente perché il calcio sta andando in questa direzione».

Fonte: Il Mattino

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