Salernitana, ecco cosa non va nei granata
Menichini ha fatto meglio di Torrente, ma non è bastato per la salvezza diretta. Il confronto tra i due allenatori che si sono avvicendati sulla panchina della Salernitana dà ragione al tecnico toscano, anche se i granata dovranno affrontare i play out col Lanciano per restare in B. Menichini, subentrato al suo collega dopo 24 giornate (la Salernitana era terzultima), ha totalizzato 22 punti in 18 partite con una media di 1,22. Se la Salernitana avesse avuto questa media dall’inizio, la proiezione sarebbe stata di 51 punti. Ma è mera aritmetica. Torrente, durante la sua gestione, ha totalizzato 23 punti in 24 gare, con una media di 0,95 ed una proiezione di 39,9. Con la media di Menichini i granata si sarebbero salvati, con quella di Torrente no. E’ pur vero, però, che Menichini è riuscito a migliorare la media del suo collega appena di 0,22 punti a partita. Un incremento non sufficiente ad evitare i play out. Delle due l’una: o il ribaltone tecnico è stato tardivo (per molti andava fatto dopo la sconfitta di Como approfittando, poi, della sosta natalizia) o la scelta di Menichini non è stata quella risolutiva.
Ma c’è anche un’altra opzione, di cui in ogni caso si deve tenere conto: la qualità non elevata dell’organico. A ciò si aggiungano i troppi infortuni e le troppe espulsioni. A Torrente si rimproverano varie cose: aver puntato su Gabionetta anche quando ormai il brasiliano non riusciva più a dare nulla, aver tenuto Donnarumma per tanto tempo in panchina, aver gestito male in avvio i due portieri, non aver dato spazio ad Odjer. A Menichini si rimproverano scelte sbagliate come quella di Pestrin difensore centrale a Terni, del cambio di Donnarumma con Tuia a Vercelli con la vittoria ormai in tasca, dell’esclusione di Coda col Vicenza, dei tanti e continui cambi di modulo. C’è un dato che accomuna i due allenatori: i tantissimi gol subiti (27 con Menichini, 33 con Torrente). Vuol dire che il reparto difensivo, pur falcidiato dagli infortuni, non aveva e non ha la qualità di cui c’era bisogno.Corriere dello Sport