Serie B, l’ex Breda incoraggia la Salernitana

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«Avevo detto ai miei ragazzi: non usciamo battuti da Lanciano perché ho una prima comunione a Salerno e non voglio rovinarmela». Alla prima comunione, quella della figlioletta del suo grande amico Andrea, Roberto Breda ci è andato. Mentre lui era a Salerno, ieri, la Salernitana era (e resterà) a Roma in ritiro. Ancora viva, ancora a galla. Grazie proprio a Roberto Breda, o meglio alla sua Ternana, o meglio ancora allo slovacco Martin Valjent, che ha gelato il Lanciano al quinto minuto di recupero, tirando di nuovo giù gli abruzzesi e dando nuove speranze di salvezza alla SALERNITANASalernitana. Ma per tutti i tifosi granata l’impresa è naturalmente del loro ex capitano. Di Roberto Breda. «Ho ricevuto complimenti, foto con l’aureola. Diciamo che ho avuto fortuna – racconta – anche se il pareggio della squadra è stato meritato. Volevamo fare risultato, avevo promesso anche una cena alla squadra se avessimo realizzato un determinato numero di punti nelle ultime partite, ma certo non pensavamo di poter essere così determinanti. Nel primo tempo avevamo giocato sotto ritmo, poi nella ripresa abbiamo guadagnato campo».
Prova ad andare sul tecnico Roberto Breda. Noi lo riportiamo sull’emotività, sui sentimenti, su quegli incroci che solo il calcio sa riservare. «E’ importante – dice – che questo pareggio sia servito a qualcosa. Peraltro è servito a tre mie ex squadre: alla Salernitana, appunto, ma anche al Vicenza, che è matematicamente salvo, e naturalmente al Latina». Ma il cuore di Breda è granata, non c’è alcun dubbio. E non lo dicono solo i numeri: 233 presenze con la maglia della Salernitana (record nella storia del club), otto campionati da calciatore, uno da allenatore, due promozioni (in B nel 1994 ed in A nel 1998), quel gol al 76′ nel derby con l’Avellino al ParteSERIE Bnio del 20 febbraio 1994, che è diventato l’icona di una giornata memorabile per la tifoseria granata. A testimoniare che il cuore di Breda è granata c’è soprattutto il suo attaccamento alla città, di cui è stato assessore allo sport e dove torna appena può. «Cosa prevedo? La Salernitana – afferma – ha la partita più abbordabile tra quelle che lottano per salvarsi. Meglio affrontare il Como, per intenderci, che il Pescara o il Novara. Per chi farò il tifo? Beh, la risposta è scontata ovviamente».
SQUADRA. Intanto la squadra granata preparerà a Roma, nel ritiro del Mancini Park Hotel, la partita di venerdì sera col Como. Tornerà a Salerno per la rifinitura di giovedì. Menichini dovrà fare i conti con la squalifica di Bernardini. Il buco al centro della difesa potrebbe essere colmato da Tuia o Bagadur (se il croato sarà disponibile). Rientrerà Leonardo Davide Gatto, che ha scontato un turno di squalifica. E sarà realmente disponibile anche Moses Odjer, convocato per Cagliari ma tenuto precauzionalmente in panchina per un affaticamento ai polpacci.
Ieri mattina lavoro di scarico per chi ha giocato a Cagliari, allenamento consueto per gli altri. Poi Menichini ha deciso di concedere un pomeriggio di libertà ai calciatori. Oggi pomeriggio seconda seduta di lavoro sul campo del Mancini Park Hotel.
Intanto, con una nota diffusa ieri, la Salernitana «in merito alle voci incontrollate circolate in queste ore circa presunte uscite notturne di tesserati granata» ha precisato che «i calciatori convocati per la trasferta di Cagliari non hanno mai abbandonato il ritiro e che in questo momento il gruppo è concentrato solo ed esclusivamente sulla preparazione della gara di venerdì contro il Como».

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Corriere dello Sport

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