Approfondimento attacco – Higuain: dall’ inferno al paradiso

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Il record. Sono trentasei. Dall’inferno dei rigori sbagliati e goal rimpianti al paradiso, alla luce. Higuain è il Napoli, il Napoli è Higuain. Ne fa tre. Tre di trentasei. E’ un campione, un fuoriclasse affermato, il centravanti più forte del mondo. E’ tutto questo Higuain da solo. Se si cambia prospettiva e si allarga la lente di ingrandimento si vede una realtà più ampia ancora, cioè che Higuain a Napoli è qualcosa di più che la sommatoria delle qualità elencate sopra. Higuain a Napoli rappresenta il ponte magico tra un Napoli fortissimo ed un Napoli che vince. Il ponte magico che attraversa una città intera che sogna ad occhi aperti le notti di Champions ed accarezza l’idea di vincere il titolo. Higuain ne fa trentasei perché il Napoli funziona come un’orchestra perfetta nella quale ognuno conosce il suo spartito a memoria. Higuain è anche Hamsik che ricama assist. Higuain è la corsa di Allan ed è anche il sacrificio tattico e la bellezza stilistica di Callejon. Higuain è Jorginho che corre e rende facile quella stessa manovra che lo premia. Higuain quindi è il Napoli ed il Napoli è Higuain: trentasei è il numero finale di un’equazione perfetta che viene risolta senza troppe difficoltà. La sblocca Hamsik e non è un caso che per Higuain è tutto più semplice perché il Napoli riesce a giocare il suo solito calcio. Il calcio di cui è capace e per cui vive. Il Frosinone non la vede più. La corsa di Allan all’interno dell’area per iniziare e l’assist al bacio di Dries Mertens che permette a Gonzalo di arrivare al numero dei record. In ogni suo goal si legge il sacrificio di un compagno che gioca la partita che la squadra gli chiede. Sono trentasei. E’ una fine che sa tanto di inizio.

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A cura di Alessandro Tullio

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