Approfondimento di R. Muni – “Napoli in calo, ma siamo sicuri?”
L’effetto rimonta della Juventus, neo campione d’Italia per la quinta volta consecutiva, ha avuto il deleterio effetto di deprimere la piazza napoletana che, consapevole che la squadra del cuore è quella che maggiormente avrebbe meritato lo scudetto, per quanto fatto durante tutto il campionato ,ha cercato di trovare validi motivi che giustificassero il mancato titolo. Tra i vari motivi, si è fatto larga l’ipotesi di un calo di rendimento della squadra di Sarri nel girone di ritorno. Qualche gol di troppo incassato da Pepe Reina, rispetto a quelli incassati nel girone di andata, hanno avvalorato questa tesi e, a due partite dalla fine dei giochi, c’è tanta paura di vedere sfumato anche il secondo posto. Volendo andare oltre le sensazioni e affidandoci ai numeri, freddi ed impersonali, questo sì, ma assolutamente veritieri, ci accorgiamo che nelle prime 17 partite del girone di andata, Hamsik & co. hanno totalizzato 35 punti, esattamente come nelle prime 17 del girone di ritorno. Il Napoli arrivò al giro di boa da primo in classifica, con 41 punti ed il rammarico per non aver confermato a maggio il titolo di campione d’inverno è tanto. Se il Napoli confermasse lo stesso andamento del girone di andata, chiuderebbe il campionato con 82 punti, in perfetta media scudetto. A guardare le classifiche del campionato italiano a 20 squadre, ci accorgiamo che 4 volte su 5 la squadra campione d’Italia ha concluso con un punteggio compreso tra gli 80 e gli 85 punti.
Solo l’Inter di Mancini e la Juve negli ultimi quattro anni hanno superato quota 90. Nonostante qualche gol di troppo incassato negli ultimi tempi, la difesa del Napoli rimane la meno battuta dopo quella della Juventus, con 31 reti al passivo, mentre l’attacco azzurro si conferma migliore persino di quello bianconero, con 74 gol realizzati. Il ruolino di marcia casalingo è nettamente il migliore di tutto il campionato: in 18 partite gli azzurri hanno concesso un punto agli avversari in sole tre occasioni, senza mai perdere! Per il resto, tra le mura amiche, il Napoli è stato un rullo compressore, imponendo la propria supremazia, talvolta in maniera imbarazzante per i propri avversari. Guardando la classifica dei marcatori, il re dei bomber è Gonzalo Higuaìn, che dall’alto dei suoi (…finora…) 32 gol, ha doppiato Dybala e Bacca, secondi ex aequo con 16 gol ciascuno. Il Pipita, da solo, ha segnato due gol più di quelli fatti dal Verona ed appena uno in meno di quelli fatti dall’Udinese, durante tutto il campionato. In altri termini, mentre sui media si sprecano giudizi piuttosto unanimi nel considerare il girone di ritorno del Napoli non all’altezza di quello di andata, i numeri dicono ben altro. Il rendimento della squadra di Sarri è stato pressochè costante, come costante è stato il bel gioco espresso dagli azzurri. E se scudetto non è stato, lo si deve agli eccessivi meriti della squadra vincitrice che, con meriti più o meno propri, ha compiuto un’impresa che non ha dell’umano. Sulla base di quanto di buono è stato fatto in questa stagione più che positiva, il Napoli dovrà costruire la prossima, con l’obiettivo di lottare nuovamente per quel ‘coso’ (per dirla con Sarri), sperando di potersela giocare ad armi pari con i campioni in carica. Che la bella favola del Leicester di Claudio Ranieri sia di buon auspicio in tal senso. Parlare di scudetto morale, visti gli evidenti aiutini che hanno agevolato l’impresa mostruosa della Juve, non appartiene al popolo partenopeo. In fondo il Napoli lo meriterebbe eccome e l’eccessivo livore (spesso di bassissimo livello) di una parte della tifoseria bianconera nei confronti di Napoli e dei suoi simboli (Pepe Reina e Diego Maradona in testa) lo confermano. In fondo, sanno benissimo che senza quegli aiutini preziosissimi anche se non eclatanti, l’impresa epica della vecchia signora sarebbe rimasta pura utopia. Chiosa finale su Arrigo Sacchi che, a fine partita di Napoli-Atalanta, ha dispensato ‘preziosi consigli’ ad Insigne. Secondo il tecnico di Fusignano, il Magnifico ‘…dovrebbe andare via da Napoli…‘ poiché ‘…ha un enorme talento, però Napoli è una città troppo piena di entusiasmo e gli può dare problemi. Il ragazzo è napoletano, se andasse all’estero farebbe meglio…‘ Secondo Sacchi, il talento di Frattamaggiore ‘…ha giocato fino ad ora in maniera non continua…‘. Caro Sacchi, la teoria del nemo propheta in patria proprio non regge poiché, se è vero che alcuni napoletani non sono riusciti ad esprimersi ai massimi livelli con l’azzurro del cuore addosso, ce ne sono altri, di contro, che con la maglia azzurra hanno scritto pagine indimenticabili di storia. Da Bruscolotti a Ferrara, fino a Cannavaro e Iezzo, sono tutti esempi di napoletani vincenti con la propria squadra del cuore e se le vittorie delle squadre del centro e del sud sono state poche, non è certo colpa degli ambienti pieni di entusiasmo…e mai come quest’anno ne abbiamo avuto la riprova. Avanti Napoli…Avanti!!!
Riccardo Muni