Oggi torna Bigon da avversario: così discusso, ma così bravo. Lavezzi, Cavani…

Arrivò con Mazzarri dopo l’addio di Marino. È rimasto sei anni ma poi ha  salutato tutti per andare al Verona

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Riccardo Bigon, il direttore sportivo del post Marino. Figura controversa, spesso discussa, poco incline alle luci dei riflettori. Un profilo basso per una società in crescita,  contrappeso perfetto per l’irruenza del presidente. Ricordiamo le sue operazioni.

 

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Il  Bigon napoletano ha saputo farsi apprezzare per l’arte della diplomazia, esercitata con sapienza e costanza affinché i contrasti tra allenatori e Presidente non degenerassero. Un cuscinetto tra lo staff tecnico e societario, un burocrate attento, lucido, con una Napoli's Argentine forward Ezequiel Ivanspiccata propensione al lavoro da scrivania. Doti che non sono però bastate a sottrarlo a critiche roventi, ancora oggi attuali. L’operazione Vargas, a distanza di anni, gli viene costantemente rimproverata: quei dodici milioni investiti per il talento cileno, nelle idee del club destinato a sostituire Lavezzi, hanno condizionato non poco il giudizio sull’operato del direttore sportivo, condannato senza appello. Un posto sul podio degli “orrori economici” spetta a Miguel Angel Britos, “strappato” al Bologna per otto milioni di euro. Un azzardo suggerito da Mazzarri e assecondato da Bigon e De Laurentiis, ovviamente convinti della bontà  dell’operazione, rivelatasi fallimentare sotto il profilo tecnico. Ultimo, in ordine del tutto casuale, Gokhan Inler, il centrocampista che avrebbe dovuto Cavaniassicurare alla mediana del Napoli il definitivo salto di qualità Un corteggiamento lungo mesi, un tira e molla costante, il presunto inserimento della Juventus e infine il clamoroso annuncio a bordo di una nave, con tanto di maschera da Re Leone. Una presentazione in pompa magna, decisamente eccessiva rispetto al verdetto espresso dal campo. Scheletri nell’armadio, come quello relativo al mancato riscatto di Armando Izzo, ceduto al SSC Napoli v Pescara Calcio - Serie AGenoa per poche migliaia di euro. Errori e intuizioni, talvolta lasciate nel limbo: “Nel 2010 cercai di prendere Bale quando faceva panchina al Tottenham”. L’affare non andò in porto. Ma  l’estate del 2010 portò in dote agli azzurri Edinson Cavani, acquistato per diciassette milioni e rivenduto a sessantadue. Sulla paternità della fortunata operazione non è mai stata fatta chiarezza: Bigon rimarca i suoi meriti, De Laurentiis parla di operazione tra Presidenti, condotta direttamente con Zamparini. La consueta storia della vittoria con tanti padri e della sconfitta sempre orfana. Vittoria e sconfitta, domenica, determineranno forse il destino di Napoli e Verona: ultimo treno per lo scudetto, ultimo treno per la salvezza. E prima da ex al San Paolo (in campionato) per Riccardo Bigon. Fonte: Il Roma

 

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