CorSera – Sarri, i suoi lamenti, le sue strategie in campo e un presidente che fa vacanza…

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Maurizio Sarri non ha mai dimostrato di essere un grande comunicatore, alle telecamere e ai microfoni ha sempre preferito il pallone, il gioco, sempre da migliorare, e i suoi ragazzi. La bufera che si è scatenata dopo la partita di domenica contro l’Udinese, con la squalifica di Higuain, la sua stessa squalifica e la sconfitta, che ha allontanato il Napoli dalla vetta, non è stata cosa facile da gestire, specie con un presidente che tornerà solo oggi dalle vacanze alle Maldive. Oggi il Corriere della Sera, accusando ancora una volta l’allenatore azzurro di lamentarsi e di trovare alibi alle eventuali defiance della squadra, scrive in merito, “Chi conosce bene il tecnico dei partenopei lo definisce irritato per aver dovuto gestire in solitudine la bufera Higuain, con il presidente De Laurentiis in vacanza alle Maldive e solo oggi di ritorno dagli atolli. Mentre la città ribolle di rabbia per la punizione al Pipita considerata ingiusta, Sarri lavora sul campo per preparare la sfida di domenica con il Verona: impegno sulla carta non certo proibitivo ma di fatto un Tourmalet da scalare se nella testa di tutti prevale la convinzione di aver già abdicato alla corsa al titolo. È pieno di pensieri l’allenatore toscano il cui contratto scade com’è noto il 30 giugno con la facoltà unilaterale del patron dei partenopei di rinnovarlo per un altro anno. Peccato che ADL abbia rinviato ogni discorso concernente al futuro della panchina alla fine del campionato. Proposito che spiazza l’allenatore che, dopo aver tenuto il passo della Juve fino alla frenata di Udine, si aspettava maggior riconoscenza da parte della società. Il club dal canto suo ritiene di essere nei tempi: contrariamente a quanto diffuso, la scadenza per esercitare l’opzione di prolungamento scade il 31 maggio e considera perciò prematuro ogni discorso sui progetti futuri. È vero che De Laurentiis si rilassa ai Tropici, ma il silenzio degli ultimi giorni non è sinonimo di disinteresse ma frutto di una tattica ben precisa. Del resto la strategia di comunicazione di Sarri imperniata eccessivamente sui lamenti (le nazionali che gli portano via i giocatori, la classe arbitrale, il pallone invernale della Lega e last but not least gli orari delle partite) non sempre hanno trovato d’accordo i vertici societari. Puntando l’indice sulla non contemporaneità delle gare fra Napoli e Juve, ha mandato in campo i giocatori domenica a mezzogiorno già con l’alibi di essere vittime di un torto. Aurelio e Maurizio si erano tanto amati. Probabilmente si ameranno ancora, ma prima ci sarà bisogno di chiarirsi”.

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