Da opinionista del Napoli ad allenatore dell’Udinese, De Canio domenica proverà con la sua nuova squadra a fermare il Napoli, ecco una sua intervista
Dieci mesi trascorsi a far da commentatore per Canale 21 e Napoli Tv, ma la sua casa è una panca di legno e allora De Canio non ha esitato neppure un attimo a lasciar tutto.
De Canio, l’opinionista che non si è perso neppure una partita del Napoli da agosto in poi, come presenterebbe la gara di domani?«Come una partita piena di insidie, da non sottovalutare perché quando si incontra un avversario che lotta per salvarsi è facile poter cadere in qualche tranello».
E il De Canio allenatore della squadra che incrocia il Napoli?«Beh, come uno consapevole che affronta la squadra più spettacolare della serie A, con la linea offensiva più micidiale e con un Higuain che è tra gli attaccanti più forti d’Europa in questo momento».
Opinionista e tecnico non si contraddicono. «Perché dovrebbero? Spero solo che a furia di aver visto le partite del Napoli e di aver seguito fin dall’estate le sue prestazioni, il commentatore tv sia in grado di dare qualche dritta all’allenatore».
Sarà così?« Complicato. Non sono un mago e il Napoli è davvero una grande realtà del calcio italiano».
Lei ha detto: finalmente al centro di tutto c’è l’organizzazione.« È vero. Con Sarri si è tornato a fare le cose con semplicità, non mi sorprende il risultato degli azzurri. Anche grazie a lui c’è stato il riscatto di una intera generazione di tecnici italiani».
Addirittura?«Sarri ha mandato un messaggio chiaro ai presidenti: fidatevi pure di gente come me o come De Canio, abbiamo un percorso professionale che non è inferiore a chi viene dall’estero. Con noi si sceglie bene, senza rischiare tanto».
Dopo 15 anni che Udinese ha trovato? « Una società in crescita, uno dei club con le strutture migliori d’Italia,per certi versi all’avanguardia nel panorama del nostro calcio».
Anche la lotta per la salvezza è piena di incertezze.« Credo che dal Torino in giù nessuno possa sentirsi tranquillo vista la risalita di Carpi e Frosinone».
Zapata è già pronto al ruolo di vice Higuain?« Non credo che abbia le caratteristiche del Pipita ma in queste tre settimane in cui ho lavorato con lui ho ammirato l’entusiasmo e la voglia di voler apprendere».
È un Napoli lanciatissimo?« Ha già fatto più punti dello scorso anno, ha riportato entusiasmo nell’ambiente. Io c’ero l’estate scorsa a Napoli e ricordo quali erano gli obiettivi della stagionee i motivi per cui si è puntato su un tecnico come Sarri. Per questo dico che nessuno deve commettere l’errore di attendere l’ultima giornata per dare un giudizio su questo campionato del Napoli. Perché moralmente è già campione d’Italia».
La mancata contemporaneità con cui Napoli e Juve giocheranno falsa il torneo?« Una squadra che gioca prima e vince, chiaramente mette pressione sull’altra. Ed è chiaro che se gioca prima e non vince, dà più motivazione a chi gioca dopo. Però a priori non si può mai realmente dire chi è favorito».
Ha qualche rimpianto per la sua avventura a Napoli?« Mica uno solo. Tantissimi. Arrivai e alla prima in casa, con l’Ancona c’erano 2.200 spettatori. Mi avevano detto che stava nascendo un progetto ambizioso ma in realtà era un percorso in salita, pieno di trappole. Eppure, dopo cinque mesi l agente tornò a riempire il San Paolo».
Poi la sfortunaci mise… lo zampino.«Sì, contro la Salernitana e la Reggina. Tutto andò storto. Avevo due anni di contratto ancora, partì per il Giappone dove dovevo fare il commentatore per la Rai ai Mondiali. Dissi al presidente(Naldi,dnr)che ero disposo anche a guadagnare di meno l’anno dopo,basta che ci fosse stato un progetto importante. Ma non c’era».
Èconsapevole che se dovesse fermare il Napoli, i suoi compagni di lavoro a Canale 21 e NapoliTv, non la perdonerebbero?«Sì, in effetti, non sarebbe facile per loro perdonarmi».
Fonte: Il Mattino