Gianluca Conte, Approfondimento – Bruno Giordano, poche gioie, tante amarezze…ma che talento!
Il primo amore…la Lazio
Dovunque sia andato ha lasciato una traccia indelebile nel cuore dei tifosi della squadra d’appartenenza. Il primo amore e’ la Lazio, giovanissimo gioca accanto ad un mito biancoceleste come Chinaglia, basta poco per eleggerlo capopolo grazie alle sue prodezze balistiche, un talento da predestinato che gli frutta l’esordio nella Nazionale Italiana contro la Spagna nel 1978 e il titolo di capocannoniere nel 1979.
La discesa all’Inferno, poi la rinascita
Quando nel 1980 viene implicato nel calcioscommesse che sconvolse il calcio italiano, in quel momento Bruno Giordano e’ un autentica stella del firmamento calcistico Europeo, richiesto dalle squadre piu’ blasonate d’Italia. La squalifica sentenzia 3 anni e 6 mesi, che gli fara’ saltare il Mondiale ’82 in Spagna, dove sarebbe stato un assoluto protagonista, il suo matrimonio va in frantumi a causa della moglie che cede a “Renatino”, il boss della Magliana. Una vera mazzata per chiunque, ma il ragazzo di Trastevere sa incassare bene i colpi ricevuti dagli eventi. In virtu’ della fantastica vittoria Mundial degli uomini di Bearzot, nella stagione 1983-84 Giordano si vede ridotta la squalifica,rifiuta tutte le offerte delle squadre italiane pur di rifarsi con la Lazio, appena in tempo per entrare nella leggenda biancoceleste, salvando la squadra all’ultima giornata di serie A contro il Pisa, dopo essere stato per quasi tutta la stagione ai box per un gravissimo infortunio occorsogli nella trasferta di Ascoli( frattura tibia e perone).
A Napoli forma la Magica..
La svolta della carriera di Bruno Giordano si presenta sotto il Vesuvio, giocando 3 stagioni indimenticabili con il Napoli di Maradona. La grandezza dell’atleta e poi dell’uomo, e’ capire di mettere il suo talento a disposizione della squadra, cambiando il suo atteggiamento in campo spesse volte anarchico, trasformandosi da puro centravanti e catalizzatore della manovra ad un raffinato gregario, dove smistare assist sopraffini per il Pibe de Oro o destreggiarsi in area come il famoso danzatore Nureyev. E’ un’ autentico trionfo, il suo curriculum in azzurro parla chiaro, 28 goal in 72 partite, Campionato e Coppa Italia nella mitica annata ’87, il rammarico di un titolo praticamente gia’ vinto l’anno seguente, con la consapevolezza di aver giocato nella squadra azzurra piu’ forte di sempre, dove forma la cosiddetta MAGICA con Maradona e Careca, dando spettacolo su tutti i campi della Serie A.
Caratteristiche tecniche
Bruno Giordano era per intenderci e senza giri di parole, il Top Player dei nostri giorni, classe sconfinata, due piedi da brasiliano, pura poesia per gli amanti del pallone, destro e sinistro non faceva differenza, tocco sopraffino,molto bravo nei fraseggi, assist man come pochi nel panorama mondiale, potente e armonioso nei movimenti, un certo Diego Maradona lo ha nominato universalmente come il suo partner preferito d’attacco italiano,
Nazionale, che delusione
Negli anni ’80 vestire la maglia azzurra era il sogno di tanti ma un diritto per pochi eletti. La cattiva sorte, gli infortuni e la concorrenza con campioni del calibro di Bettega ,Graziani, Paolo Rossi, Altobelli e Gianluca Vialli spiegano le sole 13 presenze ed 1 rete del campione di Trastevere.
A cura di Gianluca Conte