Il suo scopritore
Se Jorge Luis Frello Filho meglio conosciuto come Jorginho, calca ora i campi del campionato italiano, lo dobbiamo ad una persona insospettabile, Giovanni Galli, portiere del grande Milan anni ’80 e vecchia conoscenza anche degli azzurri. All’epoca direttore sportivo dell’Hellas Verona(2011), fu lui a scoprirlo ancora acerbo, visibilmente esile e gracile dal punto di vista fisico, ma qualita’ gia’ eccelse come visione di gioco, palleggio e padronanza tecnica.
Gonalons, Mascherano….alla fine Jorginho
Il resto e’ storia, il Verona trae beneficio dalla sua classe, scalando prima le vette della serie C e poi della B, debuttando in Serie A, mostrando i suoi gioielli, quello che brilla di luce propria ’ e’ appunto Jorginho che tira calci di rigore, segna dalla distanza, dispensa giocate di alta classe per i compagni, troppa roba per farselo scappare nel mercato di Gennaio da parte della nuova accoppiata Bigon- De Laurentis, che tra la telenovela Gonalons e l’ingaggio stratosferico per il trentenne Mascherano, scommettono sul giovane centrocampista veronese, dopo una corte serratissima della Fiorentina , pronta a tutto per accaparrarselo.
Dalla Semifinale di Coppa Italia, lo Stargate di Jorginho
Approdato alla corte di Benitez, l’iniziale inserimento e’ con i botti, semifinale di Coppa Italia contro la Roma, vinta dal Napoli 3-0 con Jorginho autore di una prestazione strepitosa condensata di goal e tanta legna in mezzo al campo, i tifosi azzurri e De Laurentis sognano, pensando a cosa potra’ fare nel futuro prossimo. Per assurdo, quella partita rappresenta lo “stargate” dell’Italo-Brasiliano; il processo di crescita esponenziale viene drammaticamente fermato da una sensibilita’ che a volte puo’ distruggere talenti, il centrocampo a due “beniteziano” non lo valorizza, incomprensioni con l’allenatore, giornalisti che reputano il calciatore “inadeguato per giocare a pallone, perche’ troppo gracile fisicamente”.
La rinascita….
Dopo essersi fatto le ossa con la gestione biennale di Benitez, costellata da lunghe panchine, quest’anno un po’ a sorpresa e’ riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel massimo campionato italiano, sfoggiando insospettabili doti di leader silenzioso in campo, contrasti da far invidia al miglior Roy Keane, maturita’ calcistica e ottima visione di gioco, un giocatore essenzialmente ritrovato e rigenerato dalla cura Sarri. Attualmente e’ il centrocampista europeo con la maggior quantita’ di palloni giocati, sempre in Europa e’ stabile nelle prime 3 posizioni in termini di contrasti con gente tipo Kroos e Xabi Alonso. Un risultato enorme raggiunto grazie al lavoro fatto dallo staff napoletano che ha lavorato nella testa del giocatore, responsabilizzandolo e facendolo sentire importante nella rosa. Eppure l’Italo-brasiliano a settembre sembrava sul punto di partire per i colli bolognesi a causa dell’arrivo del figlioccio di Sarri, quel Valdifiori che grazie alle prestazioni empolesi era riuscito addirittura a raggiungere le vette alte della Nazionale di Conte. La vita e’ una continua altalena di emozioni e i destini si incrociano, a meno di sorprese dell’ultima ora sara’’ l’italo-brasilano il prescelto di Conte per vestire la maglia azzurra e rappresentarci ai prossimi Europei In Francia a suon di prestazioni convincenti con il suo Napoli.
A cura di Gianluca Conte