Ultima stazione della via crucis di Lorenzo Insigne? Forse Udine lo è stata. Non giocava con l’azzurro più intenso dal 20 giugno del 2014 e, fino a giovedì sera, Conte non lo aveva mai omaggiato di un minuto in campo. Mai. «Con me non c’è mai stato alcun problema, magari una incomprensione con il club», ha spiegato Insigne. Lui e Conte, a Coverciano, hanno avuto due faccia a faccia in cui si è parlato di quanto il ct non abbia gradito la sua «fuga» per il problema al ginocchio. Insigne ha ribadito la sua voglia di essere “azzurro” ed il tecnico gli ha chiesto di dimostrarglielo. Pare che Conte non avesse che da chiederlo, visto che negli ultimi mesi gli ha preferito chiunque, trattandolo come una specie di Giuda. Paradossale per uno dei migliori talenti italiani degli ultimi anni… Ha segnato un gran gol, il secondo nella sua (brevissima) carriera in azzurro, eppure nessuno tra le punte con cui è messo in competizione può vantare 123 presenze in serie A, 6 in Champions e 19 in Europe League. «Con Conte ci siamo chiariti. Io alla maglia azzurra tengo eccome, è stato solo un malinteso», ribadisce. E poi comincia a rispondere agli sms di DeLaurentiis e Sarri ma anche dei tanti compagni rimasti stregati dalla prova piena di personalità: Insigne ha la leggerezza del predestinato. Forse chi di dovere l’ha capito. (tratto da Il Mattino)